Arcano numero8
Data: 30/10/2017,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: marlawithtyler, Fonte: Annunci69
... cena, so che hanno un inizio e una fine.
Allora tengo tutto sotto controllo.
si inizia apparecchiando: tovaglia, tovaglioli, a destra il coltello a sinistra la forchetta e al centro di fronte al tovagliolo il bicchiere.
arrivano gli ospiti si siedono a tavola, li scorto, sorrido, sorrido sempre.
Portare da bere,
servire il piatto
sparecchiare, convincerli a gustare un buon dolce, perchè vuoi che lo mangino al tuo posto quel dolce.
caffe amazza caffè e conto.
Si è concluso un momento.
A tavola bisogna rilassarsi, amarsi, coccolarsi, godere, peccare con la gola.
Sono li che interpreto la mia vita,che mi faccio guardare dagli altri mentre corro da una parte all'altra. Il mio ruolo, rappresento me stessa.
Servo pietanze alla gente, velocemente. Con qualcuno mi fermo di più, chi mi sta più simpatico lo tratto benissimo, me ne prendo cura.
Tutta la cura che occorre, come se fossero tutti dei figli da sfamare.
E sono li per comprendere le vite degli altri.
Sono li a spingerli a mangiare, proprio io che adoro mangiare, ma che spesso digiuno.
Sto arrivando all'ultima fase.
Sto sparecchiando e la clientela se ne sta andando.
Mi fermo fumo una sigaretta, fuori, mi siedo ad un tavolo rimasto vuoto.
Ho il telefono nella tasca del grembiule, C.
sta per arrivare.
Gli mancano pochi minuti. mi ha appena scritto.
Chiedo al mio capo se posso andarmene.
Manca pochissimo, ho il cuore in gola.
Mi avvio verso il bagno, dove mi ...
... lavo, mi lavo le parti del corpo fondamentali.
Le ascelle, il viso, culo e vagina.
Sono costretta a lavarmi in piedi. Non c'è il bidet. Mi cambio. Appallottolo dentro lo zaino i vestiti da lavoro, jerans e maglietta.
Mi siedo sul water distendo le gambe nelle autoreggenti nuove, comprate per l'occasione.
Sul vestito, non impiego molto a pensarci.
Avevo già scelto.
Era una cosa semplice, estiva, è un vestito, un vestito colorato, sono tutti i colori che preferisco.
Rosso bianco e nero.
Mi metto al collo il mio ciondolino.
È un filo nero che mi pende sul seno da sempre, senza il mio ciondolo non mi muovo.
Mi trucco mi spruzzo il profumo.
Quando esco dal bagno C. è arrivato.
Mi aspetta al bancone del bar, seduto sullo sgabello. Mi avvicino e mi bacia.
Lo sa che mi sento una belva incazzata, sa che non ho voglia, sa che ho una paura folle e sa anche che non vedo l'ora che ce ne andiamo.
Mi sorriide con gli occhi e mi dice che sono bella con la sua voce.
E in quel momento ci credo. Mi sento perfetta, perfetta per lui.
Solleva il mio zaino, se lo carica in spalla.
Salutiamo, ci incamminiamo verso la macchina.
La chiusura centralizzata si apre da lontano, lo si capisce dalle luci, che si accendono premendo il pulsante sulla chiave.
C. arriva per primo, apre lo sportello e si siede, sotto la luce dell'auto, si mette a preparare una canna per il viaggio.
Io mi siedo al suo fianco. Ci mettiamo le cinture, la luce si spegne, il ...