Una donna violenta
Data: 20/09/2019,
Categorie:
Anale
Hardcore,
Sesso di Gruppo
Autore: antonio-fusco
... conseguenza, eccitato come un toro, feci lo stesso. Ci masturbammo a vicenda, prima venne lui che girandosi verso di me mi bagnò la coscia con le sue gocce calde di sborra, poi a mia volta feci lo stesso, venni con una intensità stratosferica, sulla sua coscia e precisamente sul bordo della calza della mamma. Anche in questa occasione non ci bastò una sola sega. Dopo esserci cambiati, indossando altri capi intimi della mamma, mi venni addosso e precisamente su una guepiere bianca in raso. La terza fu dentro una calza marrone scuro, bellissimo vedere sborrare il pisello nella trasparenza della calza. Mentre la quarta fu anche per me solo più un filino e lo feci posare su un reggiseno nero.Da queste esperienze, avevo scoperto che mi dava un piacere immenso, indossare un capo intimo femminile, soprattutto se di una donna che conoscevo e avevo anche scoperto una sensualità notevole in mia madre. Da allora iniziai a far caso a certi particolari, come il rilievo dei ganci del reggicalze sotto una gonna aderente, le calze nere con la riga, una scarpa col tacco che le slanciava le belle gambe, ecc. Ricordo, quando mia madre, la domenica mattina, mi svegliava verso le 9,30 del mattino, entrava in camera, tirava su la tapparella, girava per qualche minuto, sistemando ciò che era in disordine; tutto questo sempre ben vestita, perchè pronta per andare a messa, alcune volte indossava anche le scarpe coi tacchi. Molte volte mi svegliavo prima, mi toccavo il cazzo sempre in alza bandiera, ...
... arrivavo quasi a godere, aspettavo, entrava mia madre in stanza, quando girata di schiena, potevo vederle il culo, il rilievo del reggicalze sotto la gonna, le gambe fino a sopra il ginocchio fasciate dalle calze di nylon e le scarpe col tacco, mi lasciavo andare, sborrando a non finire. Provai, anche d’estate, a porre mia madre in una situazione un po’ imbarazzante, vale a dire, facevo finta di aver sonno e di non riuscire a svegliarmi, con il pisello duro e fuori dal pantaloncino del pigiama, con le lenzuola ai piedi, la prima volta, prese le lenzuola e le tirò su, la seconda volta, si fermò solo qualche secondo a vedere il pisello, la terza, inizialmente uscì dalla stanza per poi rientrare alcuni minuti dopo e avvicinandosi senza far rumore mi sfiorò il pisello per alcuni attimi, mettendolo dentro al pigiama, fu un momento magico. Appena uscita dalla camera, mi feci un segone mega, immaginando mia madre inginocchiata al bordo del letto, mentre mi stantuffava il cazzo, toccandole le tette e alzandole la gonna sentendo i ganci del reggicalze, toccarle la balza delle calze, per poi finire nel sborrarle nelle mani.Innumerevoli furono anche le volte che la spiavo dal buco della serratura della porta del bagno, sia mentre si accingeva a svestirsi e sia all’uscita dalla vasca, curava molto i suoi piedi, le sue mani, il suo corpo. Imparando la routine del bagno, riuscii a farmi una sega da sballo, mentre si smaltava le unghie del piede destro, poggiato sopra l’angolo della vasca, ...