Una donna violenta
Data: 20/09/2019,
Categorie:
Anale
Hardcore,
Sesso di Gruppo
Autore: antonio-fusco
... che era coperto da un specie di sabbia secca. Questa, assetata, accolse l’acqua, trasformandosi subito in argilla scivolosa. La russa mi fece segno di togliermi gli scarponcini, mentre lei faceva altrettanto, con le sue scarpette da ginnastica consunte.L’attimo di confidenza che mi diede, servì a rendermi ancora più vulnerabile: mentre ero ancora alle prese col secondo calzerotto, l’avversaria, liberatasi fulmineamente dalle scarpe, mi fu addosso e, con uno spintone, mi fece rotolare sull’argilla scivolosa, fino al bordo che dava sul pavimento esterno, spaccandomi le ossa contro le piastrelle.Le risate generali scaldarono la sala, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno. La russa, si rimise in posizione, senza scarpe e mi faceva segno di rientrare.Approfittai di essere fuori e, senza più interessarmi del decoro, sfilai anche la gonnellina, che ormai mi impacciava soltanto.Mi tenni i collant, forse mi avrebbero difesa un po’ nelle scivolate. Avevo appena iniziato ed ero già tutta sporca e impiastricciata.Tornai in lizza, cercando di capire quando sarebbe partito l’attacco dell’altra, per difendermi alla meglio.La donna fece un paio di finte allargando le braccia, poi, roteando su sé stessa, riuscì a cogliermi impreparata sul lato sinistro.Mi prese per il braccio, cercando di tirarmi in avanti per sgambettarmi; con l’altro braccio tentava di agguantarmi le spalle ma io mi difendevo alla meglio.Purtroppo, era troppo più forte e pesante. Con una finta ed uno strappo, scivolò ...
... sulla schiena incuneandosi sotto di me che, perso l’equilibrio, le rotolai sopra schiantandomi, poi, nella melma a faccia in giù.Per un attimo non vidi più nulla, cercavo solo di sputare fuori dalla bocca quell’impasto, sporco e puzzolente di umori umani.Quando riaprii gli occhi, le luci mi abbagliarono per un attimo, poi vennero subito oscurate da una massa enorme che mi stava precipitando addosso.La russa, salita su una barra laterale che nemmeno avevo notato, mi si era lanciata sopra come una valanga irrefrenabile.“Sono morta!” dissi tra me e me.Grande fu la mia sorpresa quando mi resi conto che la grossa ragazza, con abilità e attenzione, nel rovinarmi addosso si era ammortizzata sui piedi. Aveva aperto le gambe di quel tanto chebastava perché il suo corpo toccasse con decisione il mio, ma senza schiacciarmi.Pensai allora che non volesse uccidermi subito, per rendere più lunga e divertente la mia agonia.La mia avversaria si rialzò, rimettendosi in posizione di sfida.Anch’io mi rimisi in piedi rapidamente, ancora sputando ma la russa non mi dava tregua; mi fu di nuovo addosso e, ancora una volta, dopo qualche segnale di resistenza mi ritrovai infangata ma, stavolta, a pancia all’aria.Di nuovo l’altra mi saltò addosso ma senza finirmi.Non volevo sperarci troppo ma cominciavo a convincermi che la donna combattesse da vera professionista: forse, pregai dentro di me, non aveva alcuna intenzione di farmi veramente male.Quella fievole opportunità mi ridiede un filo di speranza di ...