1. Ciao belle tettine. parte 5: le tette sono ereditarie?


    Data: 22/09/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Capezzolone

    La scopata all’aperto era stata incredibile, ma, come immaginavo, poi non vidi più il Signor Gino per giorni. Girando per il circondario e passando di fronte a casa sua, mi aspettavo prima o poi di incontrarlo, invece niente. Passa una settimana. Un pomeriggio, mentre rientravo a casa, vedo mia madre seduta nel cortile dei vicini a chiacchierare con la Signora Ada. Mi fermo a salutare.
    
    “Ehi tesoro, entra!” esclama la Signora con il suo sorriso entusiasta da serial killer travestita da casalinga felice “Come stai? Che facevi di bello? Passeggiavi solo soletto?”.
    
    Mi chiedo come faccia mia madre a sopportarla per ore intere.
    
    “Facevo un giro”
    
    “Vuoi un thè freddo? O un succo di frutta?”
    
    Come se ne avessi bevuti pochi in quella casa…
    
    “Siediti intanto”
    
    Appena mi sono seduto sento una voce familiare. Ho il cuore in gola. Eccolo finalmente. Ma lo zio Gino non è solo. Per un attimo ho la sensazione di vederci doppio: ci sono due Signor Gino? Poi guardo meglio e mi rendo conto che l’uomo accanto a lui è molto più giovane. La versione giovane di lui, si potrebbe dire. Un bel ragazzone robusto con la stessa faccia da orsacchiotto ma la chioma ancora folta e la barba fulva, senza segni di bianco. Gli stessi occhi malandrini, spalle e braccia altrettanto robuste, con muscoli naturali ancora guizzanti anche se ammorbiditi da un leggero strato di adipe.
    
    Mentre l’uomo maturo è, come al solito, a torso nudo, il giovane ha indosso una canottiera, ma le bretelle sono ...
    ... molto larghe e lasciano chiaramente vedere un torace altrettanto robusto e…
    
    “Eccolo, così finalmente li possiamo far conoscere” esclama la Signora Ada “Sergio, lui è nostro nipote Marco”.
    
    “Piacere!” esclama il ragazzo tendendomi la mano con un sorriso gioviale. Una gentilezza a cui non ero abituato da parte dei miei coetanei. Una stretta calda e forte.
    
    “Piacere”
    
    “Anche lui era ansioso di fare amicizia con qualcuno della sua età”
    
    “Quanti anni hai?” chiede mia madre, forse sorpresa quanto me da quella osservazione.
    
    “Diciannove”
    
    Quattro più di me. A me allora sembrava uno sproposito. Ed effettivamente ne dimostrava di più. Tra l’altro all’epoca le mode hipster e new normal erano ampiamente di là da venire ed era abbastanza insolito incontrare un ragazzo di quell’età con una barba così folta.
    
    “E sembra già un uomo fatto” esclama emozionata la Signora Ada “Somiglia tanto allo zio”
    
    Lo zio sorride battendogli una pacca sulla spalla. In effetti, la somiglianza è totale. Anche se il torace in bella vista nello scollo della canottiera è decisamente meno villoso, solo una peluria dorata appena accennata nel mezzo, le forme su cui si modella la stoffa sono tali e quali. Forse quelle zizzone a punta sono nel corredo genetico di alcuni maschi, trasmesse in famiglia da una generazione all’altra.
    
    “Ehi, tutto bene?” mi chiede il giovane.
    
    Con imbarazzo mi accorgo di essermi incantato a fissargliele.
    
    “Sì sì”
    
    Ci guardiamo per un lungo attimo di silenzio, senza ...
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