Il novizio 4
Data: 24/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: honeybear
I giorni che seguirono la partenza della mia famiglia furono emotivamente difficili.
Ripensai spesso a quanto successo e in genere, purtroppo, ciò avveniva nei momenti di riposo, quindi a letto o sotto la doccia: il ricordo della sensuale sconcezza dell’amplesso consumato con mio fratello e mio padre zittiva, sovrastandolo regolarmente, il mio rigore morale. Così le mie mani, invece di congiungersi in preghiera e chiedere perdono per gli atti impuri commessi, mi denudavano velocemente e, scivolando ad accarezzare il mio pube, placavano l’erezione del bastone che svettava tra i lucidi filamenti scuri. Le dita sudice di sborra venivano pulite da una lingua bramosa di bere quel seme caldo. Che anelava ad averne anche di non mio.
Sporadicamente ed in maniera furtiva era Gabriele, colui il quale aveva condiviso con me l’altrettanto incredibile esperienza dell’ascugatoio, a dissetarmi: “Se dovessero scoprirci… - bisbigliai queste parole levandomi per un attimo dalla sua cappella, fradicia di umori - …Chissà cosa ci farebbero…”
“N… Nooonnn preoccuparteneeehhh… – posò la mano sulla nuca spingendomi nuovamente in direzione della sua prugna viola - …Oraaahhh sbrigati a finire il lavorooohhh… Mmmm…”
La mia lingua volteggiava intorno al prepuzio sorbendone le gocce di liquido prespermatico mescolandole alla mia saliva per ottenerne un cocktail viscoso dal sapore acre, mentre il forsennato shakerare della testa segnava la dirittura d’arrivo della pompa: “Mmmm… Vengo… ...
... Vengooohhh…” i fiotti bollenti mi colpirono in pieno viso. Leccai tutto quel che mi riuscì. Al resto pensò lui, ricambiando così il favore del pompino che mi aveva regalato a sua volta.
Nemmeno il susseguirsi di confessioni e relative penitenze portarono giovamento al mio spirito. Fratel Ettore, la mia guida spirituale nonché complice di quanto avvenuto nell’asciugatoio con Gabriele, stante le mie insistenze e i dubbi che regolarmente sollevavo in merito ai fatti avvenuti, non mi offriva adeguati spunti per riflettere sulla sconvenienza di quegli atti impuri e giungere così ad un effettiva espiazione della colpa… Ammesso che di colpa si potesse parlare.
E così i miei giorni seguitarono a passare dilaniati, da un lato dallo schiacciante senso di colpa che mi affliggeva, dall’altro dal libertinaggio in cui indugiavo. Avevo bisogno di ritrovare la pace e l’equilibrio interiori che mi avrebbero riportato sulla strada che avevo scelto.
Fu in quello stato d’animo che bussai alla porta dell’ufficio del Priore la sera in cui mi convocò. La giornata lavorativa era stata particolarmente pesante e il caldo di quei giorni non aiutava a rasserenare animo e corpo.
“Avanti! – indugiai – Avanti!” ripeté la voce grave che mi aveva eccitato nelle docce la sera del mio arrivo.
Non era certo con lo spirito curioso e ispirato del primo giorno che varcai la soglia della stanza avvolta dalla penombra, illuminata dalla lampada del piccolo salottino usato per accogliere in modo informale gli ...