Il novizio 4
Data: 24/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: honeybear
... coacervo di peli scuri. La vena che risaliva verso la cappella increspava il velluto di carne che la conteneva. Un rivolo giallognolo sgorgava anche dal suo prepuzio. Guardavo il cannolo come un bambino davanti alla vetrina dei dolci, con la consapevole amarezza che non ci sarebbe stato modo di assaggiarla...
La mia attenzione fu distolta da qualcosa che, ancora una volta, si stava insinuando tra le terga: scorse lungo la schiena fino a scompigliare i peli del culo e ronzare intorno al mio ano che, per reazione istintiva, si contrasse. Il materiale non era legno, sembrava gommoso. E l’oggetto sferico.
“Rilassati… - lo sentii roteare a lungo intorno al forellino per lubrificarlo aiutato dagli sputi di chi mi stava dietro e dalle dita che allargavano i glutei - …Rilassa questo bel fiorellino, sennò faremo fatica a coglierlo. Ecco bravo… Così…” con un colpo deciso lo violò.
“Aaahhh…” di nuovo venni spinto in avanti. Le labbra, socchiuse per il dolore e la sorpresa, ingoiarono senza difficoltà la nerchia che evidentemente le aspettava per spegnerne il grido.
La cappella mi aveva sfondato la faringe provocandomi un conato. Mi sembrò che gli occhi schizzassero dalle orbite. I lacrimoni salati solcavano le guance.
“Mmm… Mmmmhhh… - cercai di far comprendere la mia sofferenza – “…Mmmmhhh… Mmmm…”
Fu tutto vano. Le mani di Fratel Ettore si persero tra i miei capelli afferrando saldamente il mio capo. Il suo bacino prese invece a dondolare avanti e indietro, dapprima ...
... con dolcezza e poi con sempre maggior forza e velocità.
“Non stringere troppo con le labbra…” si limitò a consigliarmi. Lasciò la presa per giocare con gli enormi capezzoli del petto irsuto latrando come una bestia in fase di monta.
Anche l’attacco al mio didietro proseguiva senza sosta: alla prima sfera ne seguirono altre tre, almeno così mi parve, con circonferenze via via crescenti. Le sentivo vorticare nello stretto canale in cui si erano fatte strada e che il Priore si divertiva a torturare. Il giocattolo veniva guidato all’interno del mio retto da direzioni diverse, a lambire la parete della prostata massaggiandola. Entrava e usciva senza sosta, cinicamente manovrato dal mio aguzzino, dilatando o chiudendo il buco ad ogni passaggio, senza che questi avesse tempo di adattarsi alle varie situazioni. Stavo impazzendo dal piacere, almeno questo era quello che mi suggeriva il cazzo in tiro. E soffocando, dato che l’enorme mazza del frate porcellone davanti non mi dava tregua e nemmeno la possibilità di prendere fiato. I lacrimoni che non smettevano di scendere dagli occhi si mischiavano al sudore che bagnava le mie braccia congiunte in quella preghiera blasfema.
Il gioco si protrasse per diverso tempo. A nulla valsero i miei nuovi, maldestri tentativi di far comprendere ai due religiosi che per me era giunto il momento di godere.
Fu il Priore a decidere quando far cessare tormento ed estasi: poche passate delle sue dita forti sull’asta fradicia dei miei umori e i ...