Come un temporale.
Data: 31/10/2017,
Categorie:
Lesbo
Autore: poison_trad, Fonte: RaccontiMilu
E’ una giornata grigia, nuvolosa. Molto fredda. Avanzo a passo lento lungo il marciapiede che costeggia le villette a schiera. Le mani rifugiate nelle tasche del jeans a sigaretta sono del tutto congelate. Idem il viso, esposto alla fredda brezza che accompagna la passeggiata.Il cervello pieno zeppo di pensieri, di vario tipo. Gli occhi che osservano ogni minima cosa, con quell’aria in realtà apatica. Una piccola goccia di pioggia atterra violento sulla mia guancia sinistra. L’impatto fa sobbalzare le mie palpebre, distogliendo lo sguardo apatico dalla fine del vialetto. Distendo quella piccola creatura sul resto della guancia arrossata dal freddo. “Sta venendo a piovere, cazzo.” penso mentre ripongo nuovamente la mano in tasca. Nemmeno due secondi e altre due gocce atterrano sui miei capelli e sul mio viso. Ma da li a poco mi ritrovo impelagata nel bel mezzo di un temporale. Violento e rumoroso. Non sono per nulla infastidita dalla cosa in fin dei conti. Sentire quella potenza cadermi addosso, fredda, che accarezza ogni singola parte del mio viso. La gente che corre verso le macchine, all’interno della propria casa, sotto qualche possibile riparo, per non infradiciarsi. Mentre io rimango li, immobile, a godermi quel momento unico. Tutto mio.I miei occhi chiusi e sognanti si spalancano al suono di una voce femminile di fronte a me. Adele, un’amica conosciuta da pochi mesi. 6 circa. Non me l’aspettavo proprio, infatti la mia faccia ha assunto un espressione da idiota ...
... patentata.“Alex! Ma che cavolo ci fai sotto a sto temporale!?” mi guarda con un mezzo sorriso stampato sulle sue labbra rosso scuro, carnose. Ci metto qualche istante a ricollegare il tutto, e senza nemmeno rendermene conto scoppio in una risata. Quasi come se mi fossi appena resa conto del fatto che probabilmente tutti nei dintorni mi avranno preso per una pazza. Ride a sua volta, scostando un ciuffo dei miei capelli bagnati dal mio viso. Ora i sorrisi sono svaniti, pian piano. Mi guarda fissa negli occhi.“E tu invece, cosa ci fai sotto alla pioggia? Sei pazza anche tu?” dico rompendo quel finto silenzio. Come frase è ironica, ma sul mio viso non traspare nessun’ironia. La mia mente ora sta viaggiando altrove. Cerco solo di occupare tempo.“Ti ho vista e ti ho raggiunta. Stavi andando alla macchina?” continua a fissarmi. Mi sento un po’ in soggezione e quest’accensione di ormoni improvvisa mi spiazza alquanto. Ingoio un cumulo fastidioso di saliva accumulatasi nella mia bocca serrata. “No, in realtà sono a piedi. La macchina l’ho abolita per oggi.” Continuo a fissare insistentemente i suoi occhi, a loro volta fissi nei miei. Lentamente, quasi in modo impercettibile, mi avvicino a lei. Quasi ad arrivarle a pochi centimetri di distanza. “Ti accompagno con la mia, altrimenti ti prendi un collasso qua sotto.” Mi sorride, mentre con il capo mi fa cenno di seguirla. Come un cagnolino mi dirigo verso la macchina, al suo fianco, senza dire una sola parola, e senza fare alcun gesto. Il mio ...