1. Come un temporale.


    Data: 31/10/2017, Categorie: Lesbo Autore: poison_trad, Fonte: RaccontiMilu

    ... brava stronza. “Vedo che te ne intendi, buongustaia. Pff, stronza.” Cerca di ridere ma i respiri prendono il soppravvento, subito dopo trasformandosi in ansimi. “Io devo fermarmi. Cazzo, devo fermarmi.” Ripete nervosa e impaziente. Sorrido, continuando a leccare ogni centimetro del suo collo. Inchioda all’improvviso, facendomi quasi sbattere la testa sul cruscotto. “Ma che caz. Ehi!” urlo, divertita. Guardo dal parabrezza, e noto un enorme campo intorno a noi. Ma non faccio in tempo a girarmi che mi ritrovo la sua lingua calda ed impetuosa all’interno della bocca. Vengo spinta con violenza contro lo sportello, mentre la sua mano afferra i miei capelli per stringerli. Un mugolio di approvazione echeggia dalla mia gola. Ora gli ansimi riempiono la macchina. Fortunatamente il tutto è accompagnato dai miei amati Prodigy, che suonano carichi ad alto volume. Afferro il suo viso con entrambe le mani, portandola a spingere la sua lingua fino in fondo alla mia bocca. Faccio scivolare il mio labbro superiore sul suo inferiore, per poi rinchiuderlo in una morsa mega eccitata. Amo mordere le labbra, e le sue sono perfette per questa mia fissa. Poi la guardo. Con uno sguardo a mò di felino in tempo di caccia. Ma la sua mano, quella tra i capelli, fa leva all’indietro, tirandomeli, e costringendomi a indietreggiare con il capo. Una piccola smorfia di dolore sul mio viso. La mia lingua esce dalle labbra socchiuse, iniziando ad accarezzare il labbro superiore, inumidendolo.I suoi capelli ...
    ... nero corvino, lunghi fino a sotto le scapole, gocciolano sui miei vestiti, altrettanto ancora fradici. La sua mano, dai miei capelli, scivola fino all’orlo delle mille maglie che indosso, tirandole via. Il busto è ormai nudo. (Questa mattina non avevo sbatti di mettere il reggiseno.). I miei capezzoli sono del tutto turgidi ed eccitati, infreddoliti e attorniati da pelle d’oca. Afferra l’anello a fascetta attaccato alla catena che indosso come collana. Tirandola comincia a leccare il mio collo, poi il mio orecchio, subito dopo il mio viso. Intravedo i suoi occhi azzurri ghiaccio colmi di voglia. Voglia di quelle dita che poco prima bacchettavano sul cruscotto. Infilo le mani all’interno dei suoi jeans, accarezzando i suoi glutei perfetti e caldi. Mi presto a sbottonare la fibbia, per poi abbassarle il tutto. Si solleva, rimanendo con il capo piegato in obliquo, causa capotta della macchina troppo bassa, mentre le sue labbra socchiuse mi chiamano a sé. Il suo sguardo assiste ad ogni mio movimento, desideroso di scoprire la continuazione. Delicatamente varco il suo ventre con le mie labbra, scoprendole la pancia dalla felpa scura ed ingombrante, portando la mia mano ormai tiepida in mezzo alle sue cosce pallide, semi aperte. L’accarezzo. E questa volta le mie dita non sono bagnate di acqua piovana. Avvolge la mia nuca con le sue mani tremanti, cominciando a gemere, leggermente, innocentemente. Si muove lenta sulle mie dita, pulsante. Sento bruciare nelle vene, e i muscoli non ...