Lieto fine - Prima Parte
Data: 28/09/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Wally De Roma
... destra” Appena varcato l’ingresso mi si gelò il cuore, ero rimasto senza parole, come se all’improvviso fossi stato investito da un autocarro: “Buongiorno...” borbottai come se volessi svegliarmi da un incubo – “Sono Wally, ehm, ho chiesto di lei per quel problema, stamattina...”. Già, quel problema che non immaginavo di dover esporre ad una donna, forse la più eccitante donna che avevo mai incontrato. Aveva dei capelli neri sottili come spaghetti che le scivolavano dietro le spalle, le sue floride labbra carnose accennavano un sorriso che scortato dai suoi occhi ammiccanti mi avevano catturato. Ma oramai la frittata era fatta, mi adagiai sulla seggiola e raccontai che da un po’ di mesi non riuscivo più ad avere dei rapporti soddisfacenti con la mia compagna a causa di problemi di impotenza. La psicologa, annuì e mi invitò a mettermi supino sul lettino dello studio, poi mi mise una specie di asciugamano sugli occhi e mi chiese di distendere le mani verso l’alto. A quel punto, con grande sorpresa, tanto che non ebbi tempo di rendermene conto, fui incatenato alle sbarre del lettino con delle manette. Lei disse di non preoccuparmi, che avrebbe risolto i miei problemi, mi carezzò sulla faccia e mi diede un bacio sulla guancia. Poi si allontanò un istante, chiuse la porta a chiave e ritornò verso di me. Chiese se mi sentissi a mio agio, ma io non risposi, ero come scioccato. A quel punto la psicologa sorridendo ancora disse che ora iniziava la vera seduta, sali sul lettino anche ...
... lei, tolse il panno dai miei occhi e nello stesso momento si chinò e la sua gonna sfiorava dolcemente la mia faccia. Mentre lei si sfilava dolcemente la gonna, mi accorsi che provavo delle sensazioni che mai prima avevo sentito, neanche il tempo di pensarci veramente che lei si sedette sulla mia faccia. Tra la mia faccia e la figa di lei c’era solo un minuscolo perizoma che faceva da spartiacque. Era talmente snello quel tanga che io potei intuire facilmente che la figa della psicologa era perfettamente depilata. Lei strinse ancora un po’ le sue cosce intorno alla mia faccia, tanto che riuscivo a respirare a stento e mi sentivo travolgere dal l’intenso odore della patata bollente accomodata sul mio viso e ciò mi faceva sballare in modo prorompente. La donna inizio a fregare sulla mia faccia e usava il naso per stimolarsi. Io faticavo a vedere qualcosa, ero recluso in questa morsa e, come se ciò non bastasse, lei mi strinse ancora di più a se. Fu in quell’istante che lei di scatto si chinò con il petto su di me e con la mano andò a cercare le mie palle per stringerle un po’. Fu così che realizzai di quanto ero eccitato e che il mio cazzo era diventato un pezzo di marmo che stava per trapassare gli slip e i pantaloni. La figa della dottoressa era ormai ben lubrificata e la mia faccia iniziava a bagnarsi. A quel punto mi feci un po’ di coraggio e chiesi alla dottoressa di togliersi le mutandine, perché volevo nutrirmi un po’ di lei e lei come una regina che ogni tanto ascolta i ...