Lieto fine - Prima Parte
Data: 28/09/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Wally De Roma
... suoi sudditi acconsentì. Quando si fu sfilata del tutto le mutandine, le uso per coprire i miei occhi e poi mi ordinò di leccargliela e guai a stancarmi. Usava la mia lingua per stimolarsi bene, stava iniziando a provare veramente tanto piacere, iniziò ad ansimare e a mordersi le labbra, a strepitare e a comandare di poppare bene il clitoride. Poi mi ordinò di baciargli la figa e io gliela baciai “alla francese”, con le mie labbra che baciavano quelle della sua passera e con la lingua che era entrata dentro. Dopo un po’ inizio di nuovo lei a prendere le redini del gioco e inizio a danzare sulla mia faccia in modo forsennato, ed io sembravo un uomo nel deserto che si dissetava di acqua dopo 10 giorni. Anche io in un certo senso godevo, avevo la faccia fracida di figa e nelle poche opportunità che avevo di parlare chiedevo alla dottoressa di continuare a farmi sorseggiare la sua passera, che avevo una gran sete e una gran fame di lei. Lei non si sa se per accontentarmi o perché voleva accontentare se stessa strinse ancora di più la mia faccia a se e accelerò la danza, tanto che adesso andavo per molti secondi in apnea e sentivo nel mio corpo delle vampate che nascevano della parte superiore delle cosce di lei. La cosa mi faceva impazzire sempre di più, mi sentivo in un’altra dimensione, come se stessi volando ...
... all’interno della figa. Non ero mai stato così ebbro, si, mi sentivo ubriaco della figa di una donna che fino a un ora fa non conoscevo. Una donna a cui poco prima avevo parlato della mia impotenza e che adesso stava rendendo il mio cazzo un vulcano in attesa di deflagrare senza neanche bisogno del contatto diretto di lei. Avevo la faccia paonazza e a volte arrivavo forse al limite del soffocamento, ma questo non mi dispiaceva. A quel punto la donna inizio ad accelerare ancora di più in maniera forsennata, come se fosse posseduta dal demonio, in un ritmo schizofrenico. La figa ormai era fracida e inizio ad urlare e mi ordinò di bere, di nutrirmi ed infatti in quel momento arrivò la piena, come un onda che sbatte contro gli scogli iniziò a squirtare sulla mia faccia ed io, da un lato esausto e stremato e dall’altro euforico e barcollante, iniziai a deglutirne il più possibile. Adesso sembrava stremata anche lei e infatti senti il bisogno di sdraiarsi un attimo, chiaramente su di me, per l’esattezza la parte alta delle natiche aderiva alla mia faccia. Poco dopo si rialzò, scese delicatamente dal lettino e mi diede un bacio appassionato, poi mi diede un altro bacio sul collo e poi si avvicino all’orecchio: “Dimenticavo, Mi chiamo Angie” mi disse bisbigliando e sghignazzando in modo provocante. {Racconto di Fantasia}