La sveltina (doppia) ovvero “dai, troia, calati i pantaloni, scopri il culo… fai presto!”
Data: 29/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FringuellinoCaldo
... smettere di pompare, fra uno sbuffo e l’altro.
Mentre parlava venne di nuovo, con un forte gemito, in quel momento spinse con forza, spingendomelo dentro il più possibile, schiacciandomi sul poggio quasi volesse schizzarmi direttamente nello stomaco. In effetti avvertii la sborra veramente nel profondo, proprio dentro la pancia.
Fu sicuramente un orgasmo più potente del primo, rimase qualche secondo senza fiato, poi si tirò via, rotolando.
Se lo ripulì con un lembo della mia maglietta, anch’io ripresi fiato poi mi accovacciai col buco ancora aperto per buttare fuori la sborra che avevo dentro, era probabile che quel giorno ce ne sarebbe stata altra, quindi era meglio svuotarsi. Dopo mi passai un fazzolettino fra le chiappe.
Mi è rimasta impressa la sua sardonica risata, quando vide i miei slippini bianchi mentre me li infilavo, prima non li aveva notati, veramente minuscoli: “Accidenti, anche le mutande sono da femmina… sei proprio una fighetta, ah ah ah!”.
Facemmo alcuni metri di strada assieme e poi prima di allontanarsi lui mi afferrò da dietro, forzandomi il buco del culo col pollice: “Se dici a qualcuno che ti ho inculato ti ammazzo!”.
“Non farmi male… No, non lo dico a nessuno” risposi, è vero, non lo avrei detto a nessuno neppure ad M..
In effetti è la prima volta che racconto questo ...
... episodio.
Cambiò tono e mi salutò con un buffetto: “No dai, sei stato carino… è stato bello scoparti, ma acqua in bocca” strizzò l’occhio e sparì dietro l’angolo (Poco dopo quell’episodio S. ha messo la testa a posto, ha incontrato la persona giusta, si è sposato ed adesso ha una bella famiglia. Mi è capitato spesso di incontrarlo e ci siamo salutati cordialmente, non mi ha più dato il suo cazzone anche se, a ripensarci, una bella ripassata come questa non mi sarebbe dispiaciuta).
Durante i pochi minuti che mi separavano dall’oratorio ripensai a quello che era successo, di quale puttanone pubblico stessi diventando, un culo per tutti, chiunque ne avesse avuto l’intenzione mi prendeva e mi scopava ed io glielo lasciavo fare.
Non mi passò neppure per l’anticamera del cervello di non farlo più.
La giornata non era certo finita, anzi, era appena cominciata, ma fu ordinaria amministrazione, all'oratorio c'era qualcuno dei soliti (stranamente non T.), anche R. e Virna e noi tre ci spartimmo i cazzi presenti. Dopo che li ebbi succhiati nel mio culo ci entrarono, ovviamente, tutti quanti, anche quelli delle due mie “amichette” del cuore, trovandolo aperto e bagnato, estremamente facile. Conoscendomi pensarono sicuramente che c’era già passato qualcuno ma io mi guardai bene dal dire qualcosa.
Allora S. era pericoloso..