Una giornata al fiume (3)
Data: 06/10/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: crigio
... il sole si oscura. Scosto un po’ la testa e vedo che Enrico si è avvicinato a noi e si sta portando alle spalle della troietta, che, mentre continua a dissetarsi col nettare dei suoi amici, ha le terga al vento. Il mio ragazzone non resiste alla visione e, sistemandosi alle spalle di quello, lo sbraga di brutto con un colpo secco. Il tipo tira su la testa di scatto e la sua mascella si apre a dismisura lasciando fuoriuscire un grido spaventoso. In men che non si dica, la sua espressione di dolore si trasforma in una di lussuria estrema: un sorriso libidinoso gli solca il volto da guancia a guancia e si volta verso Enrico incitandolo a sfondarlo ancora più forte. Il gigantone lo monta come un toro: le sue chiappe sobbalzano ad ogni colpo di ventre di Enrico. Poi si rituffa tra le mie chiappe e riprende a grufolare come un gran porco, finché comincia ad emettere un lamento soffocato che testimonia il raggiungimento dell’orgasmo anale. Aggredisce le mie cosce in una morsa strettissima e incolla le labbra alla mia rosellina. Le gambe e il culo gli tremano. Salta su e inizia ad andare incontro a Enrico col suo culo. Lentamente la sua schiena si inarca: si scuote e schiuma dalla bocca. Infine, si accascia a terra.
Il mio ragazzo estrae la verga con uno strattone e la troia si contorce tutta, rigirandosi sulla schiena, coprendosi il buco con una mano e stringendo le cosce. Enrico lo guarda con gli occhi fuori dalle orbite: è sovraeccitato e cerca un altro buco da sfondare. Punta ...
... gli occhi sul culo del tipo che mi sta sopra a sessantanove e velocemente ci gira intorno, si accovaccia alle sue spalle e lo penetra spingendo per farsi strada in quello sfintere che appare abbastanza stretto. Il ragazzo non si accorge di questo spostamento repentino, tutto concentrato com’è a succhiare il mio cazzo, e, quando l’obelisco di Enrico comincia ad aprirlo, cerca di protestare.
“Ma che minchia faaaaaaaiiiiiii!!! AHIA!!!”, urla, ma il palo è ormai dentro. Io sguscio via, mi rigiro, scorro di nuovo sotto di lui e, allargando le cosce, mi infilo la sua mazza in culo. “Aiutatemi!”, rantola rivolto ai suoi amici, ma quelli riprendono a masturbarsi eccitati dallo spettacolo, e allora, rassegnatosi, inizia a scoparmi e, di conseguenza, a scoparsi col cazzo di Enrico. Allungo le braccia e gli dilato le chiappe, in modo che il gigantone possa entrare meglio e lui, quasi per vendicarsi, mi assesta un colpo profondo nelle viscere.
“Sìììììììììì!!!”, esclamo. “Fammi sentire che toro che sei!”.
“Toh! Toh! Toh! Puttanazza!!!”, mi insulta, ormai del tutto fuori controllo. Enrico lo sta pestando di brutto e pare che lui stia cominciando a godere. Il suo cazzo si ingrossa e mi dilania lo sfintere.
“Bravo, così!!!”, lo esorto. Poi, il suo volto si contrae e un calore improvviso inonda i miei intestini. Sta venendo, e mi urla in faccia, sputando e sudando.
“Basta! Basta!”, prega Enrico di fermarsi: ora che ha sborrato la penetrazione deve fargli proprio male. Allora il ...