Donatella cap.1 - incontro e conoscenza
Data: 01/11/2017,
Categorie:
Feticismo
Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti
... resistere altri dieci minuti, ok. Ho quasi cinquant'anni e non penso proprio che resterò incinta”, mi rispose. E così feci. Sentii l'orgasmo sopraggiungere ed allora mi spinsi completamente dentro di lei. I miei peli pubici sfregarono contro ai suoi. Gli ultimi colpi furono piuttosto forti e decisi, poi il mio liquido caldo le riempì la vagina. Quindici minuti dopo a quel momento, io uscivo dalla cantina e poi uscivo di casa, senza che nessuno si accorgesse di nulla. Ella sarebbe invece uscita qualche attimo dopo, arrivando in ritardo al lavoro. Ci eravamo risistemati, controllandoci a vicenda ed ella si era pulita le parti intime con dei fazzoletti di carta. Al lavoro si sarebbe cambiata i collant e poi si sarebbe rifatta il trucco. Avevamo riso sia di quanto era accaduto tra noi due, che di quanto ella aveva combinato quando era stata seduta sul tavolo. “E se non mi fossi spostato in tempo?!?!?!”, le chiesi. “Zitto, zitto. Non ci voglio pensare”, disse ella scansando l'argomento. Invece, nell'immediato futuro, ci dovette pensare eccome. La prima volta in cui di dovette pensare fu un mese dopo al nostro primo incontro clandestino. “Assolutamente no!”, mi disse ella. “E perché?”. “Perché di no. Ho detto di no e basta, non se ne parla nemmeno”, mi disse alzandosi dal divano e dirigendosi verso il bagno. Era la prima volta che ci vedevamo in casa sua e non in cantina. Era tarda mattinata e non come al solito alle 8.30. Lei era rimasta a casa con una scusa. Il marito era al ...
... lavoro ed i figli erano fuori casa, l'uno per lavoro, l'altra per studio. Casa era tutta per noi e ci stavamo coccolando sul divano. Inizialmente fummo un po' impacciati. Era la nostra prima volta tra le mura domestiche. Le volte precedenti ci eravamo trovati direttamente in cantina, quasi non avevamo nemmeno parlato. Avevamo scopato e basta. Avevamo i rispettivi numeri di telefono a causa del condominio e quindi ci eravamo organizzati per un pranzo “casuale”, dopo la nostra terza volta in cantina in tre settimane. Ne era emerso che nessuno dei due aveva intenzione di interrompere quel rapporto e nemmeno il proprio in casa. Ad entrambi interessava la propria famiglia, ma anche quella storia di solo sesso che stava vivendo in completa autonomia. Nonostante con una scusa Donatella avesse sistemato la cantina e con qualche piccolo accorgimento l'avesse resa più confortevole, senza suscitare alcun dubbio nel marito, un letto o un divano erano decisamente più comodi. Dopo qualche formalità e qualche attimo di disagio, ci eravamo seduti sul divano ed avevamo iniziato a baciarci. Avevamo davanti almeno due ore di libertà e quindi nessuno dei due aveva fretta. Il bacio si era già trasformato in qualcosa di più ed i primi capi di abbigliamento, come la mia camicia, erano già volati lontano. “Aspetta un attimo”, mi aveva detto ella a quel punto staccandosi dal bacio. La sua gonna blu era già sollevata e la mia mano sinistra stava già accarezzando il suo interno coscia e, seppur soltanto ...