Donatella cap.1 - incontro e conoscenza
Data: 01/11/2017,
Categorie:
Feticismo
Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti
... velatamente, la sua passera. Sapeva quanto amassi le calze in generale e per l'occasione ne aveva scelto un paio autoreggenti color carne. “Lasciami andare in bagno prima che facciamo la fine della prima volta”. Avevamo deciso di dirci tutto nella nostra storiella e così io le avevo detto ciò che avevo in mente:”Posso venire in bagno con te?”. “Ovviamente, no”. “E perché?”, le chiesi. E allora ella aveva risposto un no categorico, per poi alzarsi e dirigersi verso il bagno. Aveva chiuso la porta dietro di sé, ma io avevo sentito che non aveva chiuso a chiave, quindi mi alzai e la seguii. Attesi un attimo e quando fui sicuro che ella si fosse seduta, abbassai la maniglia e spalancai la porta. Il bagno era all'incirca quadrato e dinanzi a me c'era proprio il water. Donatella era seduta sulla tazza. Si era sfilata la gonna che aveva ripiegato sulla lavatrice, segno che non aveva più intenzione di indossarla, mentre aveva lasciato gli slip arrotolati alle caviglie. Ella spalancò la bocca ma non poté interrompere nulla perché quel momento coincise con il primo getto di urina che colpì l'acqua in fondo al water. “Che cazzo fai?” urlò. “Ti guardo pisciare, non ti agitare”. “Vattene immediatamente. Ti avevo detto che non volevo”, protestò lei guardandosi attorno e cercando inutilmente qualcosa per coprirsi. “No credo che mi sposterò”, le dissi facendo due passi verso di lei ed entrando di fatto in bagno “vederti pisciare mi eccita incredibilmente”. Quello fu il secondo momento che ...
... condizionò il nostro rapporto. Ella capì di avere perso e, forse, pensò che la cosa fosse strana ma non poi così negativa. Si vergognava leggermente, ma non poteva farci nulla. Non poteva alzarsi e nemmeno coprirsi, quindi desistette e restò seduta. “Tu sei matto”, disse mentre le ultime gocce di urina cadevano nella tazza. “Hai finito?”, le chiesi. “Lo puoi vedere con i tuoi occhi. Sei venuto fin qui apposta!”, rispose ella con un tono vagamente seccato. Allora mi piegai, strappai un pezzo di carta igienica e poi la infilai tra le sue gambe andando di fatto ad asciugarle la passera. Mi bagnai anche un po' le dita, ma la cosa non mi fece schifo anzi, ebbe l'effetto di eccitarmi ancora di più. “Si fa così?”, le chiesi dopo aver lasciato cadere la carte nel water. C'era un vago odore di urina nell'aria ed ella mi rispose: ”Sì. Si fa così”. Mi avvicinai ancora di più e mentre la baciai in bocca, infilai nuovamente la mano tra le sue cosce, poggiandola poi sulla sua fica. Era calda ed io dentro di me sapevo che era anche vogliosa. La sfregai un po' ed ella non disse niente. Quella sarebbe stata la prima, di tante volte, nel suo bagno. Andai avanti finché ella non ebbe il suo primo orgasmo, lì seduta a gambe aperte. Si era slacciata la camicetta e le sue tette sembravano voler perforare il cotone bianco di cui la camicia era costituita. Sempre senza alzarsi dalla tazza, mi sbottonò i pantaloni e si prese in bocca il mio uccello, lavorandolo come ormai sapevo bene che ella sapeva ...