1. Io Sono Elbe |9| Due coinquiline


    Data: 09/10/2019, Categorie: pulp, Autore: Cigno, Fonte: EroticiRacconti

    Quella mattina, mentre stavo sistemando la cucina, mi ritrovai a guardare quella donna, a casa mia, così indifesa. Così guardinga. In un certo senso, le ero riconoscente per essersi affidata a me. La osservavo mentre beveva il caffè. Si sentiva ancora parecchio a disagio. Subiva ancora gli effetti della sbornia. Era normale, pensai. Evitai di farle ulteriori domande e scelsi il silenzio. Stava rimuginando. Stava rievocando ricordi difficili. Avevamo avuto un confronto interessante, d'altronde. Notai i suoi lineamenti. Ne rimasi affascinata. Erano una soave combinazione di leggerezza e complessità. Ogni centimetro della sua pelle sembrava raccontare qualcosa. Ogni sua espressione sembrava il riflesso di una memoria. Provai anche io a tuffarmi nelle memorie. Ieri sera, quando la conobbi, lei mi raccontò la sua storia e io, per ricambiare, raccontai un aneddoto. L'aneddoto di un viaggio di molti anni fa. Che scambio vantaggioso, a dirla tutta! Una intera storia sua in cambio di un piccolo frammento di memoria, aneddotico, edulcorato. Minimo. Essenziale, da parte mia. Eppure, certe volte è più difficile pronunciare alcune esatte parole rispetto allo sciorinare interi discorsi tutti insieme. Speravo di poter trovare delle analogie con lei. Avevo bisogno di qualche riscontro. Le stesse analogie che trovai leggendo il diario di Elbe, la prima volta. ---- Ricordo di quando ero giovane. Avevo tanta fiducia nel futuro ed ero determinata. Ai tempi, ero molto legata alla mia ...
    ... famiglia. Avevo un buon rapporto coi miei parenti che mi avevano cresciuta in un ambiente stimolante e per nulla oppressivo. Erano tutti molto espansivi. Mia sorella e i miei fratelli erano più grandi di me. Era come se avessi sei genitori, praticamente. Mia madre, in particolare, aveva per me una sorta di venerazione. Mi cercava continuamente, si raccomandava per me e mi offriva sempre le migliori soluzioni ad ogni problema. Penso che tutto sia cambiato dal momento in cui i miei genitori decisero di separarsi. I miei fratelli e mia sorella erano già maturi e consideravano quell'evento come una conseguenza naturale della fine di un amore. Io, invece, lo sopportai a malapena. Fu un trauma. Per motivi di studio mi recai per un periodo in una città lontana. Ero orgogliosa di aver scelto il mio corso di studi da sola: Giurisprudenza. Buffo a dirsi, considerato il lavoro che faccio adesso. Se ci ripenso, è straordinario come le direzioni che una vita può prendere siano così imprevedibili. Quasi non si direbbe che avessi una così spiccata propensione per la legalità, per la giustizia. Eppure, me lo sentivo. Me lo sentivo che qualcosa avrebbe inevitabilmente influenzato e deviato il mio percorso. La mia coinquilina era tutto l'opposto. Taciturna, timida. Una famiglia davvero lontana, non solo fisicamente ma in modo anche sostanziale. Figlia unica, diligente nello studio. Un diverso modello di nerd. Ci eravamo piaciute fin da subito. Lei era una grande cuoca, poiché aveva imparato da sola ...
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