1. Villaggio di houer capitolo 9


    Data: 23/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    ... me la mandi buona’. Quella sera andò relativamente bene, feci il necessario e sufficiente, ma ebbi il permesso di aggregarmi al gruppo per le prove dei giorni seguenti.
    
    All’inizio stentai un po’, avevo perso confidenza con lo strumento. Mi impegnai, non dormii per tre giorni di seguito esercitandomi di continuo alla tastiera, ma alla fine lo stupii e lo costrinsi a dire che in fondo non ero malaccio. Oh Dio, detto da Glen è un complimento, te lo posso giurare, è molto severo sul lavoro. Un giorno si avvicina e mi dice che il suo pianista è un fenomeno come musicista, ma che ha purtroppo il vizio dell’alcool e che se si fosse ubriacato durante un concerto avrebbe avuto necessità di sostituirlo. Mi chiese se volevo seguirlo nel suo tour a Parigi, Nizza, Londra, Vienna e altre città ed io accettai mentre me lo chiedeva.”
    
    Dopo che Glen ebbe terminato il suo tour e ritornò in America, Josh si unì ad un gruppo di giovani musicisti con il quale suonava nei locali la musica di Glen.
    
    Josh aveva una capacità innata di imparare fuori dal comune; mi sorprendeva guardarlo fare cose che non mi sarei immaginato, che non potevo capire dove e quando le avesse imparate. Che sapesse suonare il pianoforte, lo sapevo, ma io non lo avevo mai ascoltato perché nel villaggio solo la signora Martha ne aveva uno. Ascoltarlo dal vivo con il suo gruppo mi diede un’emozione incontenibile, era assolutamente pazzesco, ma era anche per questo che lo amavo, lo adoravo e ne andavo orgoglioso.
    
    Per ...
    ... il primo mese non riuscii a tenere i ritmi di Josh ed Arthur. Loro si alzavano a mezzogiorno e stavano svegli tutta la notte. Io ero abituato a svegliarmi presto la mattina e la notte mi capitava di addormentarmi nei locali. Ma, si sa, le brutte abitudini si fa presto ad impararle così non passò tempo che cominciai a prendere gusto alle nottate di divertimento, musica, alcool, fumo, a fare le mie prime conoscenze, le mie prime amicizie. Sempre più gente mi girava attorno ed io diventavo sempre più loquace, sempre più a mio agio; la mia vanità si faceva strada trascinata da un fiume di complimenti per la mia bellezza, per il mio fascino.
    
    “Mark, te lo avevo detto che avrei dovuto guardarti a vista.”
    
    “Stai tranquillo, Josh, so badare a me stesso.”
    
    “Mark, ti stanno tutti addosso, uomini e donne, giovani e maturi.”
    
    “Che dici?”
    
    “Ti mangiano tutti con gli occhi.”
    
    “Forse perché sono un ragazzino.”
    
    “No, Mark, perché sei di una bellezza fuori dal comune.”
    
    “Va là!”
    
    “Ti dico che è così.”
    
    “Stai diventando geloso?”
    
    “Se ti fa piacere, si. Stai attento, sono molti quelli che vorrebbero portarti a letto.”
    
    Pensai che Josh fosse mosso solo dalla gelosia e la cosa mi faceva piacere, ma dietro le sue preoccupazioni e i consigli di allerta, c’era qualcosa di vero che io non riuscivo a comprendere. Ci feci caso, mi impegnai ad osservare attentamente gli sguardi delle persone che mi guardavano per coglierne il sentimento, le aspettative, il messaggio. Forse Josh ...
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