1. Villaggio di houer capitolo 9


    Data: 23/10/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    ... cento.”
    
    Non era questo, era una sensazione di fastidio, di vergogna.
    
    “Non sono mai stato nudo davanti a nessuno se non a te.”
    
    “Patrick è abituato a vedere modelli nudi. È il suo mestiere.”
    
    Egli insisteva a dare della faccenda i toni della professionalità, ma a me non sembrava affatto normale posare nudo davanti ad un pittore.
    
    “Io non sono abituato.”
    
    “Non sei obbligato ad accettare. Se non vuoi, non devi farlo.”
    
    Ecco, riportava la decisione al mio senso di responsabilità. Possibile che la cosa non suscitasse fastidio in lui, che non provasse gelosia?
    
    “Farò cadere anche lui ai miei piedi, Josh.”
    
    “Va là!” rispose volendo ridimensionarmi.
    
    “Vedrai.”
    
    Josh si asciugò le mani guardandomi negli occhi. Non so se intravedesse in essi e nel mio ‘vedrai’ una previsione o una minaccia, ma fu chiaro nell’esprimere il suo pensiero.
    
    “Ehi, bambino, - alzò la voce stizzito e stupito - ne hai fatta di strada, stai diventando anche troppo malizioso per i miei gusti. Lascia stare Patrick, lui è un amico, è stato il primo ad aiutarmi quando morivo di fame. E poi, cosa è questa smania di fare colpo, di ammaliare, ritorna in te, Mark.”
    
    Abbassai la testa, mi asciugai le mani. Si, si era insinuata in me una smania di fare colpo, di turbare, di infiammare gli istinti, instillare passioni solo per il piacere di illudere per poi negarmi. Lo avevo fatto anche con uomini sposati, li avevo stuzzicati solo per il gusto di turbarli, di farli cadere ai miei piedi. ...
    ... Alcuni di loro, parecchi, mi avevano turbato e solo l’amore infinito per Josh mi aveva aiutato a non farmi coinvolgere, ma fino a quando? Non ero più io, il ragazzo ingenuo ed innamorato del fratello nel piccolo villaggio di Houer, ma un giovane al massimo del suo vigore fisico e sessuale inondato di ormoni, assetato di sesso e di passione, di avventure e di guai.
    
    “Hai ragione, Josh, mi sono montato la testa.”
    
    “Lo penso anche io. La libertà improvvisa da alla testa.”
    
    Posi le mani sul piano dei lavandini a testa china.
    
    “Tu hai sempre ragione, Josh, abbracciami, ti prego.”
    
    Josh che stava per uscire dalla toilette si fermò, tornò indietro, si pose alle mie spalle e mi abbracciò. Guardammo i nostri volti riflessi nello specchio sulla parete sopra i lavandini.
    
    “Mark, rimani quello che sei” mi disse mordendomi un orecchio.
    
    “Josh, Berlino è bellissima, mi piace, ma a volte penso a quando eravamo al villaggio, alla fossa e vorrei ritornare a quella pace.”
    
    “E alle vergate di nostro padre.”
    
    “Si, anche.”
    
    Egli poggiò il capo sulle mie spalle.
    
    “Se desideri tanto le vergate, ci sono molti uomini qui a Berlino disposti a dartele, almeno ti pagherebbero, però.”
    
    “Non scherzare.”
    
    Mi prese un gluteo tra pollice e indice a mo’ di pizzicotto.
    
    “Comportati bene, Mark, altrimenti te le do io le vergate.”
    
    La sua mano sul gluteo scatenò una delle mie smanie, tra una voglia di essere punito dei miei comportamenti e un desiderio di conferma del nostro ...
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