In palestra con uno sconosciuto
Data: 26/10/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Milla90
Ciao, sono Camilla, ho 24 anni, studio all’università, i miei genitori sono medici, ho studiato in scuole cattoliche e sono fidanzata. Sto con Luca, il mio ragazzo, ormai da 5 anni, e nelle nostre idee c’è il matrimonio una volta finiti gli studi di entrambi. Dopo la laurea compreremo una casa e finalmente avvereremo il nostro sogno. Lo amo, non c’è che dire. Luca è una persona fredda, non è dolce, e non si comporta da fidanzato, ma io odio le cose sdolcinate e quindi pur avendo uno strano rapporto siamo sempre stati fedelissimi l’uno all’altro e ci siamo sempre amati molto. Oltre che con lui ho avuto solo altre due esperienze di fidanzamento, ma nulla è paragonabile a quello che ho con Luca e a come mi fa sentire quando stiamo assieme. Anche la nostra intesa sessuale è meravigliosa.
Al liceo praticavo atletica e ogni pomeriggio correvo o saltavo in lungo, mi tenevo tonica. Ormai sono già 4 anni che sono all’università e non ho più avuto modo di fare molto, da un po’ di tempo ho deciso di fare palestra e cercare di rassodare il possibile.
Sono una ragazza alta 1.77, di costituzione magra. I ragazzi sono sempre rimasti affascinati dalle mie gambe lunghe e dal mio culo alto. Quando metto i tacchi in effetti sono più alta della maggior parte del sesso maschile e questo imbarazza molti ragazzi che non si avvicinano nemmeno a provarci. “Meglio così” ho sempre pensato.
Non ho un bel seno, una seconda scarsa. Amo tenere i capelli mossi e lunghi.
Sono castana chiara e la ...
... mia pelle è bianca quasi come la crema Nivea. Spesso d’estate, se non sto attenta, mi ustiono e divento un’aragosta rossa imbarazzandomi molto.
Vado in palestra un paio di volte la settimana, la sera tardi, poco prima della chiusura, perché durante la giornata non ho tempo. Ed è proprio una di quelle sere che ho scoperto quanto poco sapevo della vita e di me stessa…
Ero in palestra che correvo sul tapis roulant, quando dallo specchio mi accorgo che per l’ennesima volta un indiano fissa esterrefatto il mio fondoschiena. Lui avrà più di una quarantina d’anni e ogni tanto viene ai miei stessi orari e lo vedo fissare il sedere a molte ragazze della mia età. Ha i capelli corti e neri come la pece, la sua pelle scura emana uno strano odore, non perché io sia razzista, ma proprio perché credo sia una persona che tiene poco al proprio igiene personale. E’ sovrappeso e la sua pancia ha le dimensioni di un mappamondo. “Che schifo, razza di pervertito!” penso, mentre torno a concentrarmi sul mio terzo km di corsa.
Dieci minuti dopo, immersa nei miei pensieri noto che anche l’ultima ragazza entra negli spogliatoi per tornare a casa, la palestra è vuota e ormai lo staff aspetta solo noi per chiudere. E’ mezzanotte quasi.
Entro anch’io negli spogliatoi; la ragazza non si fa la doccia, si veste e con lo zaino a tracolla esce dalla stanza.
Io bevo, mi rilasso sedendomi su di una panca. Sono sudaticcia anche io, la mia coda di cavallo almeno mi ha preservato da un calore ancora ...