1. Viola (alla maniera di Paoletta80)


    Data: 26/10/2019, Categorie: Sentimentali Autore: senzaidentità, Fonte: EroticiRacconti

    ... lo devo sapere meglio di tutti che non si desidera la roba d’altri. Ma va bene, va benissimo così. Mi ha dato forza il Signore che ho detto in principio d’amare e adesso che è l’ora dello sprofondare del sole vedo un disco che manda più raggi all’intorno, ampi, dorati, arancioni. Forti e luminosi ed il sole mi pare quel cuore che il Cristo stringe nelle icone, dal quale si sprigiona una luce tremenda. Si è uguale. Guarda: il sole similmente a quel cuore è tenuto da una mano incorporea e la luce liberata è identica a quella delle pitture. Ma il cielo ha tre strati stasera, giù in basso è ancora acqua come i tuoi occhi e sopra al disegno naturale che ti ho descritto viola, viola, viola. Uguale ai tuoi fiori e alla gonna che portavi l’altro giorno quando sei arrivata e mi sei caduta addosso senza più che la forza di chi ama, tirando su con il naso e imbrattandomi le labbra con le tue lacrime. Sapevano di sale come il pane di qui che non mi piace, conosco quel sapore, è lo stesso del tuo sesso. Del mio anche e della tua lingua che mi ha aperto la bocca quando hai unito le tue labbra viola di rossetto orgoglioso alle mie labbra viola di paura. Ma non solo mi hai investito nel mezzo della notte spaventando me e Angelina, non soltanto mi hai aggranfiato la faccia con la tua notizia, marchiato il colletto col colore violento della tua presenza. Eri certamente stravolta e non ti rimprovero, del resto Angelina è discreta e buona e adesso è andata ad inviare quella lettera per me. Ha ...
    ... pure messo i tuoi fiori in un bel vaso e dice che le mancherò tanto quando andrò via per venire con te. Spera che le capiti ancora di servire una persona corretta e gentile come me. Ti vedo, stai storcendo la tua bella bocca ma oh! Son parole sue, mi trova gentile. Piega pure il labbro nel disprezzo che fingi di avere per me come l’altra sera quando sei rimasta lì dopo che lei è uscita con uno sguardo perso e le gambe divaricate. La mano salda al fianco destro e nella mano il borsellino con la catenella rossa. Tre. Questo numero ci stava stampato. Non ha senso ma ci ho fatto caso. Mi ha spaventosamente evocato la trinità e gli artigli dei pipistrelli che mi volevano affondare nelle spalle alla maniera dei tuoi denti. Da principio mi sei apparsa la sinistra ma sensualmente amata apparizione della sposa cadavere, mi hai fatto scorrere le dita sulle spalle riprendendoti, dopo il tuo pianto, vedevo le lacrime striarti le guance ed il mento e il collo. In qualche modo nella trasparenza dei tuoi vestiti sempre perfetti le ho seguite correrti per tutto il torace e la curva delle anche. I tuoi non sono più i fianchi pieni di allora ma la silohuette ossuta di oggi è esattamente quella della sirena che eri nel tuo abito stupendo, il tuo petto è sempre una garanzia di conforto elegante. Ammetto di non aver fatto un granché per rispondere ai tuoi baci, forse perché non me lo aspettavo o dal momento che mi sentivo in colpa, sei stata tu, Viola, con la luce ametista ghiaccio delle iridi e ...