1. Lotta di classe - 2


    Data: 23/08/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... all’enormità di quanto era successo.
    
    Fabio fu il primo a riscuotersi. Si tirò a sedere.
    
    “Diamoci una ripulita, - fece - poi preparo qualche panino…”
    
    Tony si alzò e andò a controllare l’orologio in tasca ai pantaloni.
    
    “Cazzo! – esclamò – Sono le due passate! No, devo scappare… farò la doccia a casa… - e prese a rivestirsi in fretta – Dovevamo vederci a mezzogiorno… La mia ragazza mi uccide!”
    
    Fabio lo guardò con un’ombra di rimpianto negli occhi. Era già finita… Ma, del resto, cosa doveva aspettarsi? Recuperò i suoi slippini ingrommati di sborra ormai asciutta e se li infilò. Poi seguì l’altro che, raccolti i suoi giornali, correva difilato verso la porta d’ingresso.
    
    Prima di aprire, Tony si voltò. Gli tese la mano e Fabio gliela strinse, sentendo un’ondata di calore corrergli per tutto il braccio.
    
    “Senti, - gli disse Tony, con la voce che tradiva un certo imbarazzo – scusami per le cose cattive che ti ho detto… Non le pensavo veramente, sai? Era solo per gioco e… e anche un modo per… Era la prima volta che … che lo facevo con un ragazzo, capisci?”
    
    “Sì, - mormorò Fabio, stringendogli ancora forte la mano – non preoccuparti, non mi sono offeso… era per gioco, lo so…”
    
    “In realtà, - proseguì Tony – sono stato davvero bene qui con te… Ti ringrazio, davvero… di tutto.”
    
    Fabio sorrise e gli lasciò la mano.
    
    “Passerai ancora da queste parti?”, e indicò il pacchetto dei giornali.
    
    “Non è escluso… Devo andare… Scusami…”, e aprì il portone e uscì, ...
    ... chiudendoselo alle spalle.
    
    Fabio si sentì come ingoiare in un abisso gelido. Si sentì senza forze e si appoggiò con la fronte al portone chiuso, incapace di muoversi, perfino di pensare.
    
    Tony si allontanò una decina di metri per la strada deserta e assolata, poi si bloccò, incapace di comprendere e di reprimere il senso di vuoto che improvvisamente gli si era aperto dentro, nel petto. Si voltò a guardare il portone chiuso e gli parve che il suo malessere si acuisse… Scrollò la testa e proseguì, ma si bloccò ancora dopo alcuni passi.
    
    Sono stato davvero bene qui con te… Risentì le sue stesse parole e si voltò di nuovo a guardare il portone. Quand’è l’ultima volta che sono stato così bene?, si chiese. L’ultima volta?... Mai!!! Mai gli era successo di stare così bene con qualcuno!... di sentirsi così tranquillo, così gratificato, così… desiderato! Ho voglia di farti un pompino… Cristo!… Mai nessuno lo aveva pregato con tanto struggente desiderio… Mai nessuno lo aveva fatto sentire così importante… Ma cosa gli stava succedendo? Cazzo, Roberta mi sta aspettando, sarà furibonda… Affrettò il passo… Roberta? Tornò a fermarsi… Ma cosa vuole quella da me? Cosa vogliono tutti da me? Guardò i giornali che teneva in mano…
    
    “Ma vaffanculo!”, esclamò.
    
    Li gettò in un cassonetto parcheggiato a lato della strada e tornò indietro di corsa. Bussò col pugno al portone chiuso, quasi fosse consapevole che l’altro era ancora lì. Il portone si aprì subito.
    
    “Sei tornato…”, mormorò Fabio, ...
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