Venezia
Data: 03/11/2019,
Categorie:
Etero
Autore: pollo_ollop
... l’acqua, ma mi sfugge ed esce dalla doccia. Quando esco anche io dalla doccia la trovo sul letto in accappatoio che sfoglia il menù del servizio in camera “amore c’è anche il servizio in camera!” ”si ma non avevo intenzione di cedere un rene in cambio di un piatto si spaghetti!” “ma fuori diluvia io non ho intenzione di rivestirmi ed uscire sotto la doccia” “neanche io voglio assolutamente che tu ti rivesta!” per fortuna la mia mogliettina previdente aveva messo nello zaino anche delle barrette e dei cracker per ogni evenienza “dovrai farteli bastare fino a domani mattina!” Finito di “cenare” io mi alzo e inizio a perlustrare la stanza, lei è sul letto che mi guarda, aspetta di vedere che succede. Poi dallo zaino prendo un mia maglietta, la arrotolo e mi avvicino a lei, uso la maglietta per bendarla, lei mi lascia fare, poi tolgo dalle tende le corde dorate con le nappine, torno da lei, le tolgo l’accappatoio e la faccio stendere, è docile e si fa fare tutto senza fiatare. Le prendo una mano, la bacio prendo una corda e la lego ad un montante del letto, poi faccio lo stesso con l’altra mano e i piedi. Ora è stesa a gambe e braccia aperte, completamente nuda, completamente esposta. Vado in bagno a prendere una candelona rossa che avevo già adocchiato, la accendo e la appoggio sul comodino, poi dal frigo bar prendo una bottiglietta di vino è di vetro, molto fredda. Torno da lei è attentissima ad ogni mio rumore, il suo corpo freme in attesa, le appoggio la bottiglietta su un ...
... capezzolo che in un attimo si indurisce, sospira forte, passo all’altro e reagisce allo stesso modo, continuo il giochino per un po’ poi appoggio la bottiglia tra le sue gambe, spingo un po’ in modo che si posizioni bene tra le sue labbra, si agita, lo so che vorrebbe di più, la pelle si riempie di puntini della pelle d’oca. Prendo la candela e gli faccio cadere delle gocce di cera sui seni, urla, forte, ma non di dolore, questa non se la aspettava proprio, faccio cadere la cera anche sulla pancia e sulle cosce, si agita. Tolgo la bottiglia e gli do una bella leccata, le sue labbra sono fredde e la mia lingua caldissima, urla di nuovo. Gli slego i piedi per stare più comodo e inizio a leccarla per bene lei si dimena e mi urla di liberarle le mani io continuo imperterrito nel mio lavoro fino a che non mi prega urlando di prenderla. Mi appoggio le sue gambe sulle spalle e entro dentro di lei, prima lentamente, poi sempre più forte, lei è piegata praticamente a metà, le braccia ancora legate al letto, io continuo, il letto sbatte contro il muro, lei urla come un’indemoniata fino a che non vengo anche io dentro di lei unendomi alle sue urla. Quando mi riprendo la sbendo, la slego e… scoppiamo a ridere “che casino che abbiamo fatto!” La mattina dopo ci svegliamo con una gran fame “subito a fare colazione!” io mi sto vestendo, “dai andiamo?!” La guardo è sulla porta con addosso solo una maglietta lunga che la copre fino a metà coscia, niente di che, ma cavolo io so che sotto è nuda. ...