La nascita di marta
Data: 04/11/2019,
Categorie:
Trans
Autore: Marta-trav
... testicolo prima, l’altro poi. Mentre, con gli occhi, un po’ guardavo il viso di Antonio, che stava sicuramente apprezzando quel trattamento, ed un po’ guardavo i miei piedi, le mie scarpe, le mie gambe. E vedevo una donna che stava iniziando a fare un pompino al suo uomo.
Non ho resistito ancora molto. Pochi secondi e l’ho preso finalmente in bocca.
Fantastico! Meraviglioso! Delizioso! Non immaginavo di poter mai riservare questi aggettivi alle sensazioni date dall’uccello di uomo nella mia bocca.
Come è possibile che le donne, di solito, si rifiutano di soddisfare i loro uomini con il sesso orale?
Io ce l’avevo in bocca da pochi secondi e già pensavo alla prossima volta che avrei ripreso un pene in bocca.
Poi mi sono dedicata al presente. Ora c’era quell’uccello da far rivivere.
E, comunque, cominciava già a reagire.
Ho iniziato ad avvolgere tutto il glande con le labbra. Con la lingua giocavo con il buco del glande. Con la mano scappellavo il glande.
Antonio doveva apprezzare sicuramente perché ha cominciato a chiudere gli occhi ma, soprattutto, ad ingrandire il suo arnese, che cominciava a raggiungere dimensioni veramente abbondanti. E ancora non era in erezione completa.
Ma io dovevo portarcelo assolutamente.
E allora ho cominciato a fargli un pompino vero, muovendo la bocca su e giù con regolarità. Ingoiandolo fin dove arrivava.
E intanto cresceva sempre di più. Fino a raggiungere, finalmente, l’erezione completa.
Che è stato per ...
... me il segnale che ero stata brava. Che ad Antonio il mio lavoro con la bocca era piaciuto. Ed era piaciuto anche a me. Che, invece di fermarmi, ho continuato a pompare. Ero senza controllo. Volevo fare quel pompino. Volevo portarlo a termine. Non volevo fermarmi. Il sapore, l’odore, le sensazioni date dal mio primo rapporto orale volevo godermele fino alla fine.
E’ per questo che, quando Antonio ha cercato di allontanarmi da sé, io ho fatto resistenza. Per fargli capire che volevo che mi venisse in bocca. Che tanto non sarebbe stato l’unico orgasmo della serata.
Antonio deve averlo capito perché ha messo una mano sulla mia testa, che ormai mi ero inginocchiata davanti a lui, e ha cominciato a dettare i tempi del pompino. All’inizio ancora piano, poi sempre più veloce. Con la mano destra, intanto, accarezzavo i testicoli di Antonio. Li ho sentiti deformarsi, indurirsi e rilassarsi proprio mentre il glande aumentava di dimensioni e dal suo buco stava uscendo, direttamente nella mia bocca, una quantità di sperma che mai, nelle innumerevoli masturbazioni alle quali mi ero sottoposta, avevo raggiunto.
Uno, due, tre, quattro, cinque fiotti. Uno più grande e profondo dell’altro. Tutti nella mia gola e nella mia bocca.
Sentivo la bocca piena. Densa, cremosa, gustosa. Non ci ho pensato due volte e ho ingoiato tutto.
Avevo appena fatto il mio primo pompino. E mi era piaciuto un casino. E, soprattutto, era piaciuto ad Antonio.
Che mi stava trattando da vera donna. Si ...