La rossa
Data: 05/11/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Zindo
Era lì, disteso sul letto d'ospedale, con una spalla fasciata, una gamba ingessata e messa in trazione, bende su un occhio, circondato da una tumefazione violacea.
Gli faceva male il collo per poter girare il capo verso la porta, per questo roteava di tanto in tanto, solo le pupille in direzione della porta accostata ma non del tutto chiusa. Non riusciva a vederli ma sapeva che oltre quella porta molti erano i curiosi che si alternavano a sbirciare attraverso la fessura rimasta aperta. Li sentiva vociare, vedeva le ombre oltre il vetro opaco. Teneva tra le mani il quotidiano che poco prima gli aveva portato Roberto, l'infermiere di turno. Glielo aveva mostrato già aperto sulla pagina della cronaca cittadina, sulla quale primeggiava una sua foto, molto diversa da come era conciato in quel momento. Chissà chi aveva fornito quella foto al giornale; non era recente, ma almeno di una ventina di anni prima. Angelo risalì al periodo approssimativo della foto dal vestito che indossava. Non l'aveva mai vista prima quell'immagine. Chissà chi glie l'aveva scattata. Si era compiaciuto nel guardarla: bella foto. Sì, era venuto uno splendore su quella foto, sembrava davvero una donna e non un travestito: capelli lunghi, ondulati, rosso fuoco come tutte le sue parrucche. Non a caso il suo nome d'arte ( o, se si vuole essere cattivi, di battaglia) era “La Rossa”: un mito noto non solo nella non piccola città di provincia ma anche nei dintorni.
C'era stato un tempo, molti anni prima, ...
... più o meno agli anni della foto pubblicata sul giornale, in cui insospettabili uomini ben in vista nella cosiddetta società bene pagavano profumatamente per andare a letto con lui, Angelo, vestito da lei, da La Rossa.
A differenza di quasi tutti i travestiti lui parlava di se al femminile solo “sul lavoro”, che “esercitava” vestito da donna. Ovviamente il suo lavoro era quello definito “il più antico del mondo” quando lo esercitano le vere donne.
Era bella su quella foto, ben truccata, bel sorriso, e quel vestitino che le stava tanto bene, forse il più bell'abito “da lavoro” che avesse mai indossato. Neppure l'abito che indossava la sera prima era brutto, anzi, forse era solo meno prezioso. Anche i tempi economici erano cambiati e non si poteva permettere più strass e perline su stoffe pregiate. Tanto quelli che l'avevano aggredito e malmenato non ne capivano niente di eleganza, quei balordi volevano i soldi, come se li avesse potuti tenere nascosti negli striminziti abiti femminili che indossava.
Che stupidi quei balordi a non capire che era tornato a conciarsi così proprio per loro, per distrarli da quella robaccia maledetta.
Che bei tempi quelli in cui lui, quando si trasformava in una lei, stava lontano dalla zona del porto dove ieri sera l'hanno aggredito e malmenato. Tempi belli anche per la zona portuale, quelli. Allora, una ventina d'anni prima appunto, “lei” aveva clienti danarosi e prestigiosi che la cercavano, si prenotavano, lo pagavano più della sua ...