1. Galeotto fu lo zucchero (le stanze di crhistine)


    Data: 06/11/2019, Categorie: Lesbo Autore: seleneblu, Fonte: Annunci69

    https://www.youtube.com/watch?v=bM_7m4vTPng
    
    Mi sono sempre reputata eterosessuale. E così mi considero anche adesso che sono sposata.
    
    Ma ci sono delle sere in cui mi sento inquieta e il ricordo di quella notte mi torna in mente e mi eccita.
    
    Ho conosciuto Francesca durante un seminario noiosissimo.. All’epoca essere bisessuali non era così di moda come adesso e non mi ero assolutamente posta il problema della sua identità. Proprio zero. Francesca era simpatica, amichevole e davvero molto intelligente. Siamo diventate amiche e dopo un po’ di incontri mi sono ritrovata a pensare con gioia al momento in cui l’avrei rivista. Faceva l'oncologa e aveva un gusto straordinario per i vestiti. Non era bella, nel senso comune del termine, ma era decisamente una persona attraente.
    
    I nostri incontri finivano sempre con lunghe chiacchierate un po’ sconnesse per i troppi bicchieri che avevamo bevuto. Lei mi faceva ridere, era una specie di animale onnivoro e mi dava l’impressione che non si sarebbe lasciata sfuggire nessuna occasione per godersi la vita.
    
    L’ultima sera del seminario siamo andati tutti fuori a bere. Mi ricordo che c’era un tipo che mi piaceva e Francesca mi era sembrata infastidita dalla cosa, tanto che avevo pensato che piacesse anche a lei. Per dire com’ero lontana dall’immaginare la realtà. Succede spesso, vero? Che uno pensa di essere dentro un film e invece stanno proiettando proprio tutt’un’altra storia.
    
    Il tipo era andato via presto, io c’ero rimasta ...
    ... male, ovviamente, e avevo la sensazione che Francesca cercasse di consolarmi.
    
    Quando siamo rimaste le ultime della compagnia e mi ha chiesto se mi andava di passare a casa sua per il caffè finale, ho accettato con entusiasmo.
    
    La sua casa mi è piaciuta subito, era un appartamento piccolo ma sistemato benissimo. Ma la cosa che mi piaceva di più era che aveva una personalità molto distinta, la sua.
    
    Non era un anonimo appartamento elegante, stile rivista per intendersi, era proprio particolare. Per dire aveva una pianta che cresceva in uno dei due lavandini della cucina, tanto che non lo poteva usare. Non so se fosse pratico, ma era bello da vedere.
    
    Quando siamo entrate mi ha detto di fare come se fossi a casa mia e in effetti mi sentivo molto a mio agio, la seguivo dappertutto, mentre tirava fuori la moka e mentre preparava il caffè e le tazzine, io avevo preso la ciotola del zucchero.
    
    Quando le avevo chiesto il perché si era messa a ridere sorniona e non mi aveva riposto. C’eravamo sedute sul suo divano grande, tolte le scarpe e iniziato a sorseggiare il caffè chiacchierando con la solita complicità.
    
    Mi si faceva sempre più vicina ma la cosa non mi infastidiva. La sua vicinanza, al contrario, mi eccitava. Era inebriante..
    
    Aveva mani bellissime, piene di anelli di design e le muoveva con un’espressività che avevo trovato sempre affascinante, ma che quella sera trovavo seducente.
    
    A un certo punto ha tuffato un indice nella ciotolina con lo zucchero a velo e ...
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