1. Galeotto fu lo zucchero (le stanze di crhistine)


    Data: 06/11/2019, Categorie: Lesbo Autore: seleneblu, Fonte: Annunci69

    ... mi ha dato un colpetto sul naso per sporcarmi con lo zucchero. Ho protestato e ci siamo messe a lottare giocosamente, come due adolescenti a un pigiama party, con lei che mi picchiettava la faccia con il dito e io che cercavo di non farmi raggiungere.
    
    A un certo punto lei mi ha preso per le braccia e me le ha bloccate. Poi, lentissimamente, si è avvicinata alla mia faccia e mi ha leccato via lo zucchero dal naso. Si è staccata da me e mi ha guardata con un’aria di sfida, come un bambino consapevole di aver fatto una piccola marachella, ma insicuro delle conseguenze. Siamo rimaste immobili a fissarci per un po’, poi lei ha staccato le mani dalle mie braccia, ha intinto di nuovo il dito nello zucchero e mi ha toccato sulla guancia.
    
    Non ho protestato questa volta, non ho riso, ma sono rimasta col fiato sospeso ad aspettare le sue mosse. E lei di nuovo, come prima, si è avvicinata con calma al mio viso e mi ha baciata lì dove sentivo la carezza un po’ solleticante dello zucchero.
    
    Poi ha iniziato a ricoprirmi tutte le labbra di zucchero, si è fermata un istante ‘ti farei una foto’, mi ha detto. E ha iniziato a leccarmi le labbra e io ero così eccitata che non mi sono trattenuta più e ho iniziato a baciarla. E ci siamo baciate a lungo.
    
    Non avevo mai baciato una donna, nemmeno da bambina, nemmeno per scherzo, ma mi piaceva un sacco. Mi piaceva la consistenza vellutata delle sue labbra, mi piaceva il suo abbraccio leggero, mi piaceva sentire il suo corpo morbido contro ...
    ... il mio. Lei mi ha abbracciata stretta, premendo i suoi seni contro i miei, mentre le nostre lingue si mescolavano ai nostri respiri.
    
    E dentro di me mi ripetevo ‘sto baciando una donna!’ e non ci potevo credere, ma l’idea di fare una cosa trasgressiva mi faceva eccitare ancora di più.
    
    Lei mi ha spinto dolcemente per farmi stendere sul divano. Mi ricordo che avevo messo una camicia nera e un paio di jeans. Lei era molto eccitata adesso, mi aveva slacciato tutta la camicia e mi aveva tirato fuori i seni dal reggiseno. Io ero tesa, non sapevo fino a che punto volevo arrivare, non sapevo se lei era omosessuale o se anche per lei era la prima volta, ma da come si muoveva mi sembrava evidente che non lo fosse.
    
    Volevo parlarle, dirle che io non ero come lei, mi sembrava quasi di tradirla, di usarla, ma il piacere che la sua bocca e tutta la situazione mi procurava, compresa la mia stessa tensione, mi occupava tutta la mente.
    
    L’unica cosa che riuscivo a fare era seguire il percorso delle sue labbra sul mio corpo. E lei non lasciava indietro niente.
    
    Aveva succhiato i lobi delle mie orecchie, mordicchiato il mio collo e le spalle, mi aveva massaggiato e baciato a lungo i seni e ora procedeva inesorabile lungo il mio torace. Era arrivata all’ombelico e io avevo cercato di fermarla, con qualche protesta poco convinta. Lei era tornata su, di fronte al mio viso, mi aveva messo un dito sulle labbra, come a dire shhh, mi aveva detto ‘lasciati andare, non pensare a niente’.
    
    Mi ...