1. Galeotto fu lo zucchero (le stanze di crhistine)


    Data: 06/11/2019, Categorie: Lesbo Autore: seleneblu, Fonte: Annunci69

    ... aveva tolto la camicia e aveva scoperto il neo che ho sul fianco destro e si era messa a tracciarne i contorni con un dito. E continuava a girarci intorno e passava e ripassava sullo stesso tratto di pelle, come incantata.
    
    E mi sembrava che quella parte del mio corpo prendesse fuoco. Poi mi ha girata e ha iniziato a baciarmi la schiena, vicinissima alla cintura dei jeans.
    
    E io mi sentivo irresistibile.
    
    Lei è tornata a baciarmi la pancia, intorno all’ombelico e più giù. Mi ha slacciato i jeans e me li ha fatti scivolare sui fianchi. È rimasta un istante a fissarmi, con le labbra vicinissime al mio corpo, facendomi sentire il calore del suo respiro. Poi mi ha abbassato le mutandine e ha iniziato a leccarmi. E io non resistito, mi sono sollevata sui gomiti e l’ho guardata, ho guardato mentre una donna mi baciava proprio lì, perché quasi non ci credevo che stava succedendo davvero.
    
    E quando ti bacia una donna è proprio tutto diverso, prima di tutto lei è diversa, è più piccola e più delicata di un uomo, ma poi proprio il modo in cui lo fa. O forse era semplicemente lei che era particolarmente seducente. Non so. So solo che mi ha baciata per un ...
    ... tempo infinito e quando sono venuta ha continuato a baciarmi e sono venuta ancora e ancora.
    
    Aprii le gambe, quasi per riflesso, lasciando che Francesca si facesse largo tra di esse e immergesse due dita nella mia figa. L'eccitazione che avevo, mi fece seguire lo stesso di movimento , provocandole un piccolo grido. Le nostre dita cominciarono a muoversi , l’una dentro l’altra, esplorando quella parte sconosciuta per capire dove si nascondessero quei brividi che noi donne sentiamo nel profondo del nostro sesso. Ci muovevamo specularmente: eravamo sempre più vicine a un nuovo orgasmo. Per prima fui Io a rompere di nuovo il silenzio, con un forte gemito. Continuai a muovere le dita, sempre più rapidamente e in profondità, finché anche Francesca non fu sopraffatta dall'orgasmo . Poi ci calmammo, i nostri respiri si acquietarono e restammo così, abbracciate, con le dita bagnate dei nostri umori.
    
    E alla fine non ero più in grado di capire chi ero, figurarsi se potevo sapere se ero omosessuale o eterosessuale.
    
    …
    
    E ancora adesso, quando sono sola, penso a Francesca e mi domando dove sia e se ogni tanto si ricordi di me.
    
    Voglio pensare di sì.
    
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