1. Il signor f.


    Data: 10/11/2019, Categorie: Etero Autore: coppiaporcaporca

    Da qualche giorno l'atteggiamento del signor F. nei miei confronti è cambiato:lo sorprendo a lanciarmi occhiate furtive mentre lavora seduto alla scrivania del suo studio, lo intravedo che mi spia dalle porte socchiuse soprattutto quando rifaccio il suo letto, mi chiede spesso di salire sulla scala per pulire lampadari e finestre; ma è anche più cupo, nervoso, mi rimprovera spesso e vedo nei suoi occhi un lampo di compiaciuta cattiveria. Anch'io d'altronde mi comporto in un modo che non so spiegarmi: oggi per esempio sono venuta al lavoro con un paio di zoccoletti a tacco alto per niente adatti, ma mi sembrava di non avere alternative, che strano...
    
    Stasera poi il signor F. mi ha chiesto di fermarmi a preparare qualcosa per cena e così eccomi qui a sudare davanti ai fornelli, nell'enorme cucina d'acciaio e vetro del mio padrone; sembra che i cibi lo facciano apposta a schizzare dappertutto e a sfuggirmi di mano, sto combinando un casino e più cerco di rimediare peggio è. Ho appena finito di rovesciare l'ampolla dell'olio sul marmo candido del bancone, quando il signor F. entra in cucina, si ferma sulla soglia e mi guarda. Mi blocco come un topolino davanti al cobra. "G., mi sembra di averglielo già detto... quando fa così mi costringe a punirla" la sua voce gelida contiene quella nota di sadico compiacimento che mi fa rabbrividire , ma che mi procura anche una sottile inquietudine che non oso definire eccitazione. "Signor F. mi scusi, non so cosa mi è preso stasera..." ...
    ... mi mordo le labbra nell'istante stesso in cui pronuncio queste parole, so che avranno l'effetto di farlo solo irritare di più, ma non ho potuto fare a meno di pronunciarle, quasi desiderassi vedere la sua reazione.
    
    "Ora le faccio capire per bene. Si appoggi al lavello, sculacciarla sarà solo l'inizio." La paura mi arriva come uno schiaffo, balbetto qualcosa ma il suo sguardo non mi lascia scampo e così, docilmente, mi piego sul lavello, il culo in fuori.
    
    Lui si avvicina, mi alza la gonna e con un gesto brusco mi tira giù le mutandine, poi si ferma, cerco di vedere cosa fa ma ho paura di farlo arrabbiare di più, così resto in attesa, esposta a lui, inerme, sento solo il freddo dell'acciaio e il rumore del rubinetto che gocciola lentamente, inesorabilmente. Poi arriva il primo colpo. Forte, a mano piena. E poi ancora altri e mentre cerco di trattenere un grido mi accorgo che il dolore si sta lentamente trasformando in eccitazione. Più lui mi batte, più io mi bagno, tanto che gli offro ancora di più il culo, inarco la schiena e i miei gemiti di dolore si trasformano in sospiri di piacere. E lui si ferma. "Silenzio G. o sarò costretto a punirti ancora più severamente". Mi sforzo di restare perfettamente immobile e silenziosa. "Così va bene, così mi piaci, ma... fammi sentire... Piccola troia, ti è piaciuto.... sei tutta bagnata... mmmm...è così, ti piace essere punita, sai che te lo meriti, puttanella..." Le sue dita mi frugano. "Bene bene. Mettiti in ginocchio allora... ...
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