1. La sua troia


    Data: 14/11/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: pio_desiderio

    (Racconto conclusivo di La prima volta e Sorpresa nello spogliatoio)
    
    “Forza, scolati gli ultimi sorsi che ce ne andiamo!”
    
    Stavo bevendo con Alessandro in un rinomato pub del centro, affacciati su un tavolinetto di legno traballante mentre il locale era così pieno da costringerci a urlare e gesticolare animatamente per comunicare tra noi. “Ehi, vedrai che stasera ce la godremo davvero!” mi ululò lui, aggiungendo uno sguardo malizioso. Risposi con un sorriso tra l’imbarazzato e l’apprensivo, cercando di trangugiare le ultime gocce di birra rimaste. Ero a stomaco vuoto e avevo preso un’ambrata dalla gradazione piuttosto alta per le mie abitudini, prevedendo programmati-camente un’ebrezza non indifferente che mi avrebbe aiutato nella serata. Uscimmo dal pub con la testa che già girava sensibilmente e imboccammo a piedi uno spazioso viale umbertino, con i grandi lampioni sopra di noi e le insegne spente dei negozi chiusi.
    
    “Il posto non è lontano da qui, pochi minuti e arriviamo” disse abbracciandomi furtivamente alla vita, avvici-nandomi a lui.
    
    Eravamo ormai arrivati nei pressi della Stazione e ci infilammo in una via più piccola, costeggiando dei palaz-zoni alti e severi e fermandoci infine davanti a un grande androne. In fondo sembrava esserci una piccola au-torimessa, mentre a sinistra c’era un’anonima porta d’acciaio che dava al seminterrato. “Siamo arrivati” sussur-rò Alessandro entusiasta. Suonammo a un videocitofono accanto alla porta e, dopo pochi secondi che ...
    ... a me sembrarono un’eternità, ci aprirono. Una piccola anticamera conduceva a una scala illuminata da una luce aset-tica che andava molto più in basso di quanto credessi, arrivando al livello sotterraneo del quartiere. Lì sotto ci aspettava, dietro a un bancone che somigliava al botteghino del cinema, un uomo sulla quarantina, con pochi capelli biondicci e la barba ispida di un rosso sbiadito. L’ incarnato era così pallido che pareva non vedesse la luce del sole da anni e alle sue spalle capeggiava un vecchio poster in bianco e nero, probabilmente degli anni Settanta. C’erano disegnati due muscolosissimi uomini dai grandi baffi neri e con indosso solo una giacca di pelle, mentre in mano reggevano uno il cazzo dell’altro, esageratamente grossi e possenti.
    
    “Buonasera ragazzi!” esclamò l’uomo con un sorriso bieco e gli occhi lucidi.
    
    Pagammo senza troppi convene-voli e ci passò due asciugamani neri e una piccola chiave rossa numerata.
    
    Ci spogliammo velocemente nel guardaroba attiguo, ognuno per conto suo, e l’alcol mi stordiva quel tanto che bastava a ovattarmi la testa. Con solo gli asciugamani neri in vita Alessandro mi prese per mano e seguimmo un corridoio che conduceva al cuore del locale. Ecco una lunga sala scura, illuminata fiocamente, dove potevo ammirare ogni sorta di fetish omoerotico. Un ragazzo bendato si faceva scopare rumorosamente sopra una sling nera e lucida e un uomo bianco e anziano si masturbava in piedi rubando con gli occhi la scena. Nei vani lungo ...
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