1. Ballando il tango lV


    Data: 18/11/2019, Categorie: Etero Autore: Alba17

    Non realizzo subito quello che è appena successo. Come la legge della fisica sul inerzia, la mia mente è ancora ubriaca, ma poi la lucidità prende il sopravvento. Ritorno alla realtà in un attimo. In aria si sentono i nostri odori, le tracce dei miei umori sul divano mi pungono le narici. Il mio sesso continua a pulsare e a desiderare di essere riempito da te, e, sapendo che non ci sarai, quasi prova un dolore fisico. In un attimo, il mio bel sogno è crollato come un castello di sabbia, ed essermi svegliata bruscamente sul più bello fa rabbia. La delusione, la rabbia, si stanno impossessando di me, mi manca l'aria nei polmoni. Non sopporto quest'aria contaminata dalla tua presenza, non sopporto guardare il vuoto causato dalla tua assenza. Mi sento in apnea. Devo uscire, altrimenti scoppio. Mi vesto velocemente, mentre un senso di nausea parte dallo stomaco. Con gambe barcollanti vado in camera mia, con mani tremanti apro l'armadio, tiro fuori la roba, mi vesto con i soliti jeans e maglietta, sperando invano che vestita così il bollore si calmi, perché sono di nuovo io, ma è inutile. Mi metto le scarpe da ginnastica che sembra ridano di me, e faccio per uscire. Prima però do un altra occhiata al mio salotto, come per fotografare e imprimermi meglio nella mente quello che sto lasciando lì dentro. In un impeto di rabbia torno di nuovo indietro. Prendo la forbice e taglio a pezzi il vestito rosso. Mi ha tradita. E' stato quello che mi ha tradita. Ora mi sento meglio, forse... ...
    ... ma mi manca l'aria. Devo uscire subito, presto, altrimenti... Sbatto con forza la porta di casa. Cammino per le strade della città, a tratti veloce come per volermi liberare dall'angoscia di quello che è appena successo, a tratti piano, per riuscire a ricordare e mettere a fuoco la realtà. Sto male. Dio come sto male! Il mio non è un dolore da lacrime, è un dolore profondo, possente, che non troverebbe sollievo nelle fottute lacrime. Cammino, scappo da tutto, e mi allontano abbastanza, ma non riesco a scappare da me stessa, dal tuo ricordo, dall'attimo in cui il mio sogno è andato in frantumi. E quella frase poi... All'improvviso mi appari davanti, mi strofino gli occhi per vedere bene se sei veramente tu o se sei solo ciò che la mia mente vuole vedere... invece no. Sei proprio tu. Seduto su quella panchina che fumi la tua maledetta sigaretta, la nube di fumo ti avvolge di nuovo di mistero. Sei pensieroso e non ti accorgi di me. Mi dico: Alba, cambia strada! Non lo faccio. Le gambe non ubbidiscono. "Alba, non guardarlo, ignoralo" continuo a ordinare a me stessa. Gli occhi si oppongono. Ti passo davanti e, in un impeto d'ira, mentre mi costringo inutilmente ad usare la razionalità, mi avvicino a te. "Alba, fermati" mi dico. Troppo tardi. Vicina, troppo vicina a te, alzo la mano e ti colpisco in viso. Bersaglio mancato. Mi fermi al volo. Afferri la mia mano con la tua. Allora alzo l'altra, ma sei più veloce di me. Mi afferri i polsi con la tua mano grande. Come un isterica ...
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