Il giudizio di paride - 4, la fuga
Data: 19/11/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
Dopo un banchetto ben poco festoso, la cui responsabilità venne attribuita alla stanchezza della caccia e alla tristezza per la partenza ormai imminente, Paride si era ritirato nel suo alloggio e ora, poggiato al parapetto del terrazzo, fissava malinconicamente la buia lontananza che fra poco lo avrebbe inghiottito, portandolo lontano dal suo amore.
Non era questo che Apollo gli aveva promesso, per lo meno nulla gli aveva fatto credere che sarebbe stato così breve. Ma gli dei sono imprevedibili, fin troppo spesso amano prendersi gioco delle passioni umane e ci spingono sull’erta di una montagna, solo per vederci precipitare in basso non appena mettiamo piede sulla cima.
Divino Apollo, perché questo strazio?
La fresca brezza proveniente dal mare percorse il suo corpo nudo e lo fece rabbrividire; ma subito dopo sentì il calore di un corpo aderirgli alla schiena, mentre un paio di forti braccia gli passavano attorno al petto, stringendolo forte.
Paride si abbandonò a quell’abbraccio con tanta riconoscenza, quanto era stato il suo sconforto di poco prima. Lacrime di gioia e di consolazione gli riempirono gli occhi.
“Vengo via con te.”, mormorò Menelao baciandolo sotto l’orecchio.
Paride trasse un profondo respiro: non ricordava di essersi mai sentito così felice.
“Andremo a Troia, lì saremo al sicuro.”
“A Troia… dovunque vuoi tu, amore mio. – esclamò Menelao – Io voglio solo rimanere con te tutta la vita.”
Paride sentì l’asta turgida di Menelao ...
... passargli cocente in mezzo alle cosce e il respiro farglisi più pesante, via via che la passione montava e i suoi baci si facevano più ardenti. Allora impugnò quel paletto scalpitante e cercò di guidarselo verso il buco già molle per il desiderio che ne aveva.
Ma Menelao fece resistenza:
“Amalo con la bocca, come hai fatto prima.”, sospirò, bagnandogli le dita col flusso reso ancora più abbondante dalla pregustazione del piacere imminente.
Paride allora lo prese per mano e lo guidò verso il suo giaciglio. Lo fece distendere e gli si inginocchiò accanto. Il chiarore lunare attenuava appena il buio della stanza. Il giovane carezzò a lungo il corpo palpitante di Menelao, quasi volesse imprimersene nella mente ogni piega attraverso il tocco delicato delle dita. L’altro fremeva e rabbrividiva a quei lievi sfioramenti, mentre la sua attesa si faceva di momento in momento più straziante.
Finalmente, sentì la mano di Paride scivolargli nell’infracoscio e stringergli delicatamente lo scroto, mentre l’altra impugnava la verga dolorosamente turgida e la sollevava dalla pozza di fluido denso, che gli aveva impregnato i peli dello stomaco.
Paride si sentì sciogliersi in bocca la saliva, mentre l’afrore pungente di quella virilità eccitata gli riempiva le narici. Non resistette oltre a dargli quel piacere che lui stesso agognava: tirò giù la guaina carnosa, denudò il glande e lo ingoiò interamente, avvolgendolo con la lingua, onde gustarne a pieno il muschiato sapore.
Menelao si ...