Il giudizio di paride - 4, la fuga
Data: 19/11/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... sentì contrarre le palle, mentre Paride proseguiva il suo lavoro in modo ormai più esperto e quanto mai desideroso di gustarne il frutto finale. Come rispondendo al bisogno di rendere più completo il piacere che stava provando, ma anche di ricambiare in qualche modo quel sublime gesto d’amore, Menelao allungò la mano e cominciò a carezzargli il retro della coscia, risalendo lentamente verso il culo, fino ad insinuargliela nel solco aperto per la posizione prona.
Le sue dita trovarono l’orifizio e due di esse affondarono nella cedevole apertura. Paride gemette e incrementò il ritmo della suzione, poi, mentre le dita di Menelao iniziavano a fotterlo, istintivamente lui lo scavalcò con una gamba e gli si mise a cavalcioni sul petto.
La scomodità della posizione costrinse Menelao ad estrargli le dita dal culo, dando così modo a Paride di spingersi più indietro col bacino, portandogli il culo all’altezza della faccia.
Menelao respirò il profumo conturbante dell’amante, mentre sentiva un leggero sfioramento sulla fronte. Capì che erano i coglioni penzolanti di Paride, allora sollevò la mano per carezzarglieli; così facendo, sfiorò l’asta turgida con la punta delle dita.
Per quanto avesse già posseduto innumerevoli giovani e ragazzi, pure non aveva mai preso in mano il loro cazzo e men che meno aveva mai dato loro piacere, se non inculandoli: ogni altra forma di contatto la riteneva inconcepibile per lui. Ma stavolta non esitò, non ebbe ripulse: prese con mano ferma ...
... quella verga levigata, quasi viva di una vita sua propria, e dapprima si godette la sensazione del calore che sprigionava, della morbidezza della guaina che avvolgeva l’anima interna di solido bronzo, sensazioni che solo impugnando il cazzo di un altro uomo si riescono a provare.
Poi prese a carezzarlo lentamente, dallo scroto al prepuzio bagnato. Allora fece scorrere indietro la guaina e scoprì la cappella, la toccò, sentendola stranamente spugnosa.
Si accorse di avere le dita viscide di bava, se le pulì sulla peluria del petto e tornò a impugnare il cazzo di Paride, iniziando a scorrere piano avanti e indietro. Paride sguaiolò come un cagnolino e succhiò con maggior fervore. Ormai tutti e due agivano per puro istinto, presi com’erano in un’estasi senza dimensioni e senza tempo.
Il primo fu Paride a perdere il controllo: tutto d’un tratto si raddrizzò con un gemito profondo e, contraendosi tutto, cominciò a schizzare, inondando al compagno tutto il petto e la pancia fino all’inguine. Non aveva ancora terminato, che tornò a chinarsi, stavolta impugnando a tutta mano il cazzo di Menelao e con due menate portò a termine l’opera.
Quando il giovane gli si distese al fianco, Menelao era letteralmente ricoperto da uno strato di sborra, a cui solo la folta peluria impediva al momento di colare lungo i fianchi. Una volta placato il respiro, il Re scoppiò a ridere:
“Possenti dei! – esclamò – E chi lo avrebbe mai immaginato?”
Poi si ribaltò sopra Paride e lo abbracciò, ...