1. Sugar Magnolia


    Data: 24/11/2019, Categorie: Etero Autore: mudcrawler, Fonte: EroticiRacconti

    Avevo intuito che non sarebbe stata una giornata come le altre. Eravamo il perfetto esempio di due opposti che si attraggono, lei si chiamava Joni, vestita di ogni colore dei fiori, sempre sorridente e con una vitalità travolgente; io vestito completamente di nero, il lato oscuro dell’hippie, da pace e amore globali ad uno tsunami di misantropia, eppure ci siamo tanto divertiti, come fossimo ancora dei ragazzini. Passo a prenderla dopo pranzo, sale in macchina e il suo profumo delicato invade l’abitacolo, i Grateful Dead sono la colonna sonora per questo giorno di sole e lei è la mia Sugar Magnolia. “Andiamo al parco” è ciò che mi dice dopo un primo bacio; io già penso “la gente, le zanzare, il caldo” ma non mi tiro indietro, non sono capace di dire di no a quel sorriso. Arriviamo al parco e non c’è poi così tanta gente, è molto grande per cui i presenti sono dispersi in giro; iniziamo a passeggiare e penso di vagare a caso ma in poco tempo mi rendo conto che Joni sta andando verso un punto preciso nell’angolo opposto del parco, lontano dall’ingresso. Ci sediamo su una panchina ed iniziamo a parlare di quello che si è fatto dall’ultima volta che ci siamo visti, lavoro, amici, sogni. Proprio un suo sogno in particolare prende presto il sopravvento sul discorso: in meno di una notte ha girato il mondo ed ha sognato di farlo in mare, nel deserto, su un ghiacciaio e perfino nello spazio. Non ho alcun modo purtroppo per aiutarla a realizzare questo sogno, quando glielo dico ride ...
    ... (una risata che mi scalda dentro) e mi dice che non è quello che vuole; tuttavia il sogno è recente, molto recente, precisamente della notte prima, per cui Joni oggi ha l’ormone che svolazza libero e allegro e le dona uno sguardo che se non è malizioso è quantomeno ambiguo. “Non serve andare nello spazio però potremmo impegnarci per provare più posti possibili in una giornata.” E secondo voi io dico di no? Ci alziamo e andiamo verso i tendoni del tennis, oggi vuoti; dietro di essi c’è uno spiazzo dove normalmente non va nessuno, a volte i bambini che giocano a nascondino ma oggi quella zona del parco è decisamente deserta e di bambini non se ne sono visti. Appena arriviamo Joni mi spinge contro il tendone e mi bacia come se non ci fosse un domani, una foga che stupisce anche me; nel frattempo armeggia per slacciarmi la cintura, mi apre i pantaloni e fruga con convinzione nelle mie mutande, come a controllare che ci fosse ancora quello che ricordava. Per non essere da meno le alzo lentamente la gonna e vado con la mano a cercare gli slip le sfilo, lasciandoli cadere. Non ne sono del tutto sicuro ma penso che li abbia indossati di nuovo solo verso le cinque del mattino successivo. Come due adolescenti ci baciamo e ci smanacciamo fino a quando lei non mi dice “Prendimi ma non venire, non ancora.”. La metto faccia al tendone, si appoggia con le mani, alzo la gonna da dietro e mi fermo un attimo ad ammirare il suo meraviglioso sedere, largo il giusto e del colore della Luna; quando ...
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