1. Una favola - La ragazza rossa come il fuoco


    Data: 24/11/2019, Categorie: Etero Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... "Dormire o vegliare, mangiare o digiunare, è la stessa cosa". "Insomma" si spazientì il giovane, il cui sospetto si era trasformato in certezza, "sapete che sono il pretendente ?" "So solo che siete un uomo e gli uomini vogliono solo questa". Si alzò, si sollevò la veste e scoprì il pube coperto da una peluria dello stesso colore dei capelli. Scema o no, era così bella che il cavaliere la seguì nella casa e la fece sua con ardore. La ragazza non solo non gli oppose nessuna resistenza ma accontentò tutti i suoi desideri: come ebbe modo di capire nei giorni seguenti, bastava chiederle una cosa e lei obbediva placida, senza obiezioni. Non gli rifiutò nulla e il giovane pensò che sarebbe stato bello se anche la sua futura sposa avesse mostrato un carattere così remissivo. I giorni passarono e il giovane cominciò ad annoiarsi. Un mese era lungo e a parte i momenti di passione, non si poteva dire che la compagnia della ragazza fosse interessante. Taceva sempre, se interrogata dava le solite risposte senza senso e fissava sempre con gli occhi socchiusi. L'ultima prova era forse una prova di pazienza ? Un giorno il cavaliere, per distrarsi, fece una cavalcata senza allontanarsi troppo. Non gli avevano dato ordini contrari ma non sapeva fino a dove potesse arrivare. Al ritorno si ritrovò vicino al Ponte dei passi perduti, dove un uomo seduto a terra volse la testa al rumore degli zoccoli. "Fate la carità, cavaliere, sono un povero cieco !" Una benda gli copriva gli occhi e il ...
    ... giovane sentì un brivido percorrergli le ossa. "Vi faccio volentieri la carità ma ditemi chi siete e come avete perso gli occhi. I vostri vestiti, sebbene consumati e logori, rivelano un antico benessere". "Grazie della vostra generosità. Sappiate che vengo da un lontano paese e giunsi qui un anno fa, allettato dalla speranza di sposare la figlia del re. Non c'era che da superare quattro prove e io sentivo in me la forza e l'intelligenza per superarne cento. La prima consisteva nel rispondere alla domanda di una ragazza bruna dal corpo generoso e maestoso, signora e padrona di un feudo in cui bellissime fanciulle sorridevano al forestiero. Mi chiese: Le risposi, tirando a indovinare, che era viva. La fortuna, almeno tale mi apparve allora, mi sorrise: aprì la mano e la farfalla volò via. La seconda consisteva nel rispondere a un indovinello proposto da una signora dagli occhi di colore diverso, fresca e afflitta vedova di un principe: quale animale ha due teste, tre zampe e quattro corna ? Ancora la buona sorte o quella che credevo tale, mi arrise. Risposi che poco tempo prima nel mio paese una vacca aveva partorito un vitello con due teste, tre zampe e quattro corna e la gente veniva da tutto il paese per vedere una simile creatura. La terza consisteva nell'affrontare una principessa nera come la notte, fatta prigioniera in un lontano paese che aveva avuto il privilegio di mettere a morte gli uomini che avevano commesso crudeltà contro il suo popolo. Mi disse che avrei dovuto ...