1. Una favola - La ragazza rossa come il fuoco


    Data: 24/11/2019, Categorie: Etero Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... mangiare la carne di un suo nemico appena sgozzato da un gigantesco negro suo servitore. Mi ribellai a questa disgustosa costrizione e gridai che avrei rinunciato a sposare la figlia del re piuttosto che commettere un abominio simile. La principessa sorrise e disse che la mia fierezza mi rendeva vincitore: se avessi accettato di mangiare quella carne sarei stato cacciato via. Giunsi dunque alla quarta prova, quella che fu per me fatale. Mi dissero di venire da queste parti, su questo maledetto ponte e un garbatissimo paggio mi indicò la via da seguire . Arrivai a una casa poco distante dove una ragazza dai capelli color del fuoco mi attendeva per servirmi. Dovevo solo aspettare in quella casa che qualcuno mi dicesse cosa fare e quale altra prova superare. La ragazza non sapeva nulla e del resto era debole di mente ma sembrava innocua. Un giorno che volevo chiederle una cosa la fermai davanti al pozzo e la afferrai per la vita. Vi giuro che non avevo cattive intenzioni ma lei mi aggredì come una furia, mi graffiò il viso e iniziammo a lottare. Lei aveva una forza che non mi sarei aspettato da una fanciulla ma alla fine riuscii ad atterrarla ma quella strega allora mi infilò le unghie nelle orbite degli occhi, provai un dolore immenso, il sangue sgorgava dalle mie pupille, un fuoco mi devastava il viso. Svenni e quando mi svegliai non vedevo più nulla, i miei occhi erano perduti per sempre. Persone pietose mi diedero soccorso e venni a sapere che altri cavalieri avevano subito ...
    ... la mia stessa sorte". Quasi a voler confermare quest'ultimo particolare, cinque uomini, sorreggendosi gli uni agli altri si avvicinarono al ponte. Erano tutti ciechi, con il viso coperto da bende: uno solo, il più anziano non aveva scrupoli a mostrare le spaventose orbite vuote. "Siamo radunati insieme e ci aiutiamo l'uno con l'altro, dividendo il pane e quel poco che raccogliamo. E confidandoci abbiamo scoperto che la furia dai capelli rossi impazzisce quando la luna è piena nel cielo". Il cavaliere tremò: già la sera prima aveva visto la luna quasi nel suo completo splendore. Fuggì lontano dalla congrega dei ciechi e si avvicinò alla casa. La ragazza lo aspettava sul letto, nuda, splendida e terribile come una schiera di armigeri pronta alla battaglia. "Ti aspettavo" disse con voce suadente. "Mi piace il gioco che mi hai insegnato ieri, rifacciamolo". Accarezzava un gattino, lo baciava, non era mai stata così dolce e accogliente. Il cavaliere si spogliò, le si sedette accanto. "Quando mi caverai gli occhi, subito o dopo il giochetto ?" La ragazza, lo sguardo socchiuso come sempre, lo fissò in tralice. Il gattino si lamentò debolmente mentre lei gli spezzava il collo e lo gettava via, poi allungò le mani verso il viso del cavaliere che più veloce di lei aveva già le dita sui suoi occhi verdi e premeva con tutta la forza che aveva. La ragazza gridò, riuscì a fare qualche graffio al suo assalitore ma il dolore insopportabile che sentiva sul viso coperto di sangue e di schizzi ...