1. Mistress andrea


    Data: 25/11/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Spazioblu

    ... accingevo a fare una doccia mia madre disse che aveva chiamato una certa Andrea e che dovevo andare da Lei alle 15,00. Feci in un lampo e con puntualita’ svizzera ero col dito al campanello del citofono, suonai, e dopo poco ‘Complimenti Mauro …. 15,00 spaccate, sali’. Feci le scale volando, arrivato alla porta mi accorsi che era socchiusa, suonai, con voce ferma Andrea disse ‘Entra …entra’ , appoggiai la mano sul pomello e vidi Andrea seduta sulla poltrona, aveva indosso una tunica bianca, feci pochi passi e Lei ridendo ‘Complimenti … Con la porta aperta hai suonato lo stesso, vedo che hai abbastanza virtu’, accomodati su questo sgabello vicino a me’. Appena seduto Lei mi fece una domanda a bruciapelo "Mauro … pensi di poter essere bravo …" - si blocco’, i suoi occhi avevano cambiato espressione, da gioviale a seria, accenno’ un freddo sorriso - "nell’esaudire Mie richieste…?" Rimasi per qualche secondo come imbavagliato da quello sguardo penetrante …non riuscivo ad emettere nessuna parola, mi sentivo come un bambino mortificato, ricordo che ad un tratto come un automa risposi "si Andrea, credo di si … ".
    
    Lei alzandosi, comincio’ a girarmi attorno, passarono 3 o 4 minuti di silenzio totale, si percepiva solamente il leggero fruscio che le suole di gomma facevano al contatto del pavimento, "Mauro … per cominciare non dovrai mai chiamarmi per nome quando sarai a casa mia, ma Padrona; non dovrai mai guardarmi negli occhi; dovrai stare sempre in silenzio e con lo sguardo ...
    ... al pavimento; ogni azione o gesto dovra’ essere effettuato solo ad un mio preciso comando, quando ti dico di venire al mio cospetto ti dovrai mettere sempre in ginocchio ai miei piedi…" si avvicino’ prendendomi per un braccio "Mauro adesso ti porto a vedere la tua stanza…". Accanto al bagno di Andrea c’era un piccolo stanzino, era profondo non piu’ di tre metri e largo al massimo uno, nella parete di sinistra c’era un piccolo scaffale dove vi erano detersivi stracci e tutto l’occorrente per fare le pulizie, l’angusta stanza era priva di finestra, c’era una piccola ventola al muro per il riciclo dell’aria, la luce era bassa, sulla parete in fondo attaccata al muro, ad una altezza di circa 70 /80 cm, c’era una catena non troppo grande con un collare di metallo. Nella mia testa avevo solo ‘confusione’, non avevo mai vissuto niente del genere, eppure non provavo ne’ paura ne’ imbarazzo, sentivo il cuore battere forte e il sangue scorrere nelle vene ad una velocita’ frenetica. ”Ma Andrea, cos’è questa stanza?” chiesi.
    
    Tenendomi ancora per il braccio, mi porto’ alla parete. Silenzio totale, capii che non ero stato molto saggio a proferire parola. "Mauro, so che non sei ancora… (pausa)….ma le buone maniere si devono apprendere subito". Lascio’ il braccio e mi mise il collare in modo abbastanza stretto chiudendolo con un lucchetto. "Adesso metti le mani dietro la schiena" le prese e con un laccio di cuoio le lego’ con una rapidita’ da marinaio. Con un foulard mi bendo’ gli occhi ...
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