1. Lea


    Data: 27/11/2019, Categorie: Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    Mi chiamo Lea. Ho 48 anni e mi avvio a superare la soglia dei cinquanta. Nonostante l�età sono una donna, fisicamente parlando, che ha ancora molti colpi da sparare nel suo caricatore. Capelli rossi, viso tondo con zigomi un pò sporgenti, occhi castano chiari, altezza 163 cm, peso 56 kg. Due tette non molto grandi, che ospitano due bei capezzoli grossi come nocciole circondati da due belle areole caffellatte. Non sono una tettona, la mia taglia di reggiseno &egrave una 34B (circonferenza seno 93 cm). Ho un culetto (90 cm di circonferenza) ben modellato ed in armonia con il resto del corpo; a vederlo senza mutandine suscita pensieri immorali. &egrave un mandolino. Anche il mio �miciotto� &egrave un capolavoro della natura. Grandi labbra polpose che fanno da porte ad un roseo ingresso protetto da piccole e gonfie labbra e sovrastato da una uretra su cui si erge imperioso un clitoride che, quando stimolato, si proietta verso l�esterno per una lunghezza di ben 7 cm tanto da sembrare, senza il cappuccio, un piccolo pene. Per vedere il tutto &egrave necessario aprirsi un varco tra la folta foresta di peli (sono una pelosona) che ornano il mio organo genitale. Insomma sono una donna che al suo passare attira su di se sguardi e occhiate di uomini e donne che farebbero carte false per portarmi a letto. Non possono e mai potranno soddisfare i loro desideri perché il mio letto &egrave già occupato. Sono ormai trascorsi 10 anni circa da quando mi lasciai andare e permisi ad un mio ...
    ... assiduo corteggiatore di entrare nel mio letto, di possedermi e di diventare il mio amante. Avevo 38 anni e lui 18 appena compiuti. Una differenza di ben 20 anni mi separava dal mio giovane corteggiatore. Da ridere. Una donna matura porta a letto un giovincello ancora imberbe. Per la verità non fui io a portarlo a letto fu lui ed io non mi opposi. Quando mi accorsi che l�oggetto dei suo corteggiamento ero io restai scioccata. Eppure una serie di segnali avrebbero dovuto mettermi in guardia. Non prestai la dovuta attenzione perché, per un verso,abitavamo nella stessa casa e soprattutto perché, per altro verso, il ragazzo che mi faceva oggetto della sua serrata corte era mio figlio. Mai avrei pensato di suscitare desideri in mio figlio. Quando la cosa era, ormai, molto, ma molto palese non adottai gli opportuni provvedimenti. Nella mia mente si scatenò un conflitto inimmaginabile. La mia natura di donna gioiva nel sentirsi desiderata da un giovane puledro. Di contro il mio essere madre mi metteva in uno stato di prostrazione dalla quale non vedevo vie d�uscita. Pensai che se avessi agito l�avrei traumatizzato. Parlarne con mio marito, suo padre? Due le prospettive. La prima mi avrebbe riso in faccia dandomi della pazza. La seconda avrebbe chiesto una perizia psichiatra per suo figlio e lo avrebbe fatto ricoverare in una casa di cura. Non feci niente. Una cosa potevo però fare. Essere io stessa a parlare con mio figlio e fargli capire che quello che lui voleva da me non potevo ...
«123»