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Appartenenza (prima parte)
Data: 02/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: boreetoah
... Continuava ad impegnarsi nello studio e a provare piacere nel guardare i corpi dei suoi compagni, ma con pudore. La timidezza gli impediva di rivolgere anche solo la parola a un altro ragazzo. Ma non fu messo da parte. Qualche battuta c’era e ci sarebbe sempre stata. Solo una volta, a 17 anni, due ragazzi dell’ultimo anno gli si avvicinarono durante l’intervallo,mentre era nei bagni, e cominciarono a spintonarlo, insultandolo. Il panico si dipinse nei suoi occhi e cominciò a preoccuparsi, quando la porta di un bagno si spalancò e uscì Fausto. Gli bastò un’occhiata e i due se la filarono. Poi si rivolse a Fulvio”Tutto bene?” “Sì, sì bene, grazie” balbettò lui. Uno dei pochi dialoghi che si erano scambiati in tre anni. Erano due solitudini. Ed ognuno viveva la propria in modo differente. Eppure da lì a un mese avrebbero condiviso lo stesso tetto. Quella prima mattina di scuola Anna e Mauro, dopo aver visto i rispettivi figli dirigersi verso la propria classe, si fermarono a parlare appena fuori dai cancelli dell’edificio. Avevano tempo, prima di andare al lavoro, e l’argomento comune dei ragazzi aveva fatto incontrare due anime che, per molti anni, avevano vissuto col senso di colpa di non essere riuscite a riempire un vuoto incolmabile. E che ora, dopo molto viaggiare, desideravano riposare in un approdo sicuro. Da allora presero la piacevole abitudine di incontrarsi a scuola e di concedersi un caffè al bar vicino, raccontandosi la vita. Si sa come vanno queste cose. ...
... Si comincia con una chiacchierata al bar, poi un incontro veloce nella pausa pranzo. Ci si confronta sugli stessi problemi e, dopo tanto parlare dei figli e del come fargli capire che li si ama, anche se non si è in grado di dimostrarglielo, si scoprono interessi comuni: un libro che ha segnato la giovinezza, un regista innovativo, il cantante preferito, il piacere per la pittura, il Galata Morente visto a Venezia… e così cominciano le prime uscite serali, lasciando i figli da soli a casa dopo anni. Un film, una cena, un concerto… fino a ritrovarsi complici in questo lento e garbato inseguirsi e mettersi a nudo, al punto da non poter più stare l’uno senza l’altra. Fu un percorso prudente e premuroso. Entrambi avevano sofferto, e le ferite erano ancora aperte, soprattutto per Mauro. Nonostante fossero passati tre anni, l’assenza così presente di sua moglie era un peso , anzi un macigno sul cuore. Lo frenava Fausto, col quale non sapeva come comportarsi. Era cambiato; da quel giorno non era più stato lui. Non rideva più, incurvava le labbra. Non parlava se non a monosillabi. Non gli permetteva di avvicinarsi. Non si era più fatto abbracciare. Non viveva; sopravviveva. E questo non va bene per un ragazzino. Ma Mauro non sapeva più che fare. Ogni tecnica utilizzata era fallita. Aveva pensato ad uno psicologo, poi, però, gli sembrò esagerato. In fondo, Fausto faceva una vita normale. Andava a scuola, in palestra, usciva, mangiava, si lavava, parlava. Poco, ma parlava. Era una vita ...