1. MIA MADRE PARTE PRIMA


    Data: 06/12/2019, Categorie: Maturo Sesso Interrazziale Autore: gianniambrosoli, Fonte: xHamster

    ... mano, gli tirò fuori la varra, la scappellò e passò ad accarezzargli le palle. “Dio che bello, sei bravissima, lo faresti rizzare ad un morto”. A quel punto mia madre si inginocchiò, a due mani gli scappellò il cazzo, per un attimo lo ammirò estasiata, poi lo introdusse tra le vellutate zinne e iniziò una lentissima spagnola. Ogni volta che la varra le si avvicinava alla bocca, la maiala faceva saettare la lingua intorno alla capocchia. Angelo, così si chiamava il dottore, non resistette a lungo a questa “tortura”, le bloccò la testa, si inarcò, le infilò l’obelisco tra le labbra e cominciò letteralmente a chiavarla in bocca. “E’ bellissimo, è divino, è come pomparti nella pucchiacca, debbo fare uno sforzo sovrumano per non sborrarti in gola”. Temendo una rapida venuta la zoccola interruppe il bocchino, “dottore non si dimentichi che sono venuta per una visita”. “Mi scusi, me ne ero quasi dimenticato, venga si accomodi nello studio”,l’aiutò a sollevarsi, la baciò e le strizzò un capezzolo, “vada avanti lei tanto credo che conosca la strada”. Appena mia madre si girò lui le sollevò il vestito, le fece divaricare le cosce, vi introdusse il palo di carne e nella classica posizione “del trenino” raggiunsero la camera dove il non ancora dottore aveva attrezzato un vero studio medico. “Signora adesso si spogli”. La depravata lentamente finì di sbottonarsi l’abitino quindi con un gesto molto provocante lo lasciò cadere ai suoi piedi. “Tolga anche reggiseno e slip e si segga lì”, le ...
    ... ingiunse con un fare molto professionale. “Lì” era una poltrona per visite ginecologiche. Mia madre obbedì ed ancheggiando andò a sedersi. E fu su quella poltrona che la chiavò. Urlando: “ti spaccherò’ il culo, brutta zozza” accelerai la sega e dal mio cazzo schizzò un potente fiotto di sperma. Quando rientrò le chiesi: “com’è stata la funzione?”. “Bellissima”, rispose estasiata la troiona, baciandomi sulla guancia. Da quel giorno, è inutile dirlo guardai mia madre con occhio diverso, avevo sempre in mente il ricordo di quello che avevo immaginato fosse successo quel pomeriggio a casa del dottor Truzzi. La spiavo ogni volta che andava in bagno e mentre faceva la doccia, ma dal buco della serratura riuscivo a vedere ben poco, meglio spiarla dal finestrone alto della camera da letto mentre, fatta la doccia si asciugava e si vestiva per uscire. Mi arrapavo tantissimo a vedere il suo splendido corpo nudo ed ancora di piùcome cambiava abbigliamento in funzione dello scopo per cui usciva, se dovevaandare a fare la spesa indossava i collant, gonne longuette, maglionciniaccollati e mutande tipo quella della nonna mentre quando doveva andare achiavare usava guepiere e calze velate, o autoreggenti, slip microscopici gonne molto al di sopra del ginocchio e camiciole che abbottonava solo parzialmente e si truccava in modo pesante. Ripetevo sempre “sei una troia, una puttana, una vacca, prima o dopo ti spacco il culo, zoccolona” mentre scendevo dallo schienale della poltrona per correre a ...
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