Luciana [3]
Data: 08/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Foreignpress, Fonte: EroticiRacconti
... con un piacere e una forza tali che quasi rimasi indolenzito, dopo. Al mattino, incontratici in cucina, lui aveva poggiato i soldi sul tavolo. Poi, dopo una stretta di mano, noi due c’eravamo tolti gli slip e Luciana, più lentamente, il reggiseno e le mutande. A Dario era venuto subito duro, e Luciana aveva sorriso. «Non mi tocco, non faccio niente, giuro: ti guardo e basta», aveva detto. E così fu, per tutto il giorno: un pomeriggio inebriante, fitto di sbirciatine ed erezioni frequenti, impossibili da nascondere. Dario guardava Luciana senza sosta, dal seno ai piedi, e io guardavo Luciana che si faceva guardare da Dario, e godeva del suo (evidentissimo) apprezzamento. Poco prima di cena, mentre io e Dario bevevamo una birra davanti a una serie tv, seduti sul pavimento, Luciana entrò in salone con lo smalto e il separa-dita. Avvicinò il pouf al divano e, sedutasi a gambe larghe, inforcò il separatore allargando le dita, poi prese a passare lo smalto. Davanti a me lo faceva spesso, per cui non aveva una gran presa: sentivo questo odore invadente che copriva quello del suo corpo (e dei suoi piedi, soprattutto, che amavo), e in più la vedevo distratta, con lo sguardo fisso su se stessa: a volte si mordeva le labbra, addirittura, nello sforzo di concentrazione. Insomma, per me era una cosa ordinaria, ma per Dario mi resi conto di no. Quando Luciana iniziò, lo sentii sussurrare «Dio mio». Ci voltammo entrambi verso di lei. Io in particolare, più vicino al divano, mi sporsi per ...
... sentire l’odore del suo sesso, umido e intenso: come ho già detto, Luciana aveva una vagina molto solcata, quindi quasi sempre schiusa, e il suo profumo era viscerale, direi, profondo, organico. Non saprei dirlo meglio. Al classico sentore di urina (vago, perché era pulitissima, ma inevitabile) di tutti i genitali, si univa una nota silvestre, tutta sua e piuttosto selvaggia: come se fosse cresciuta nuda e scellerata tra gli animali di una foresta, e insieme ad essi si fosse rotolata per anni tra le foglie, e i fiori bagnati di pioggia. Poteva non piacere, lo ammetto: ma, in un senso o nell’altro, era davvero un odore indimenticabile, e io (come tutti quelli che lo provarono, sia quando eravamo insieme che separatamente) lo adoravo. Spinsi Dario verso di lei: «Annusale la fica». Lui si avvicinò, col pisello già scappellato e semi-duro, e si mise accovacciato il più possibile alle gambe di lei. «Sento solo lo smalto», disse sconfortato. Luciana sorrise, e interruppe ciò che stava facendo. Richiuse lo smalto e, spingendosi sul divano, si avvicinò al volto di Dario. Dopo che si fu assicurata che, a quella distanza, poteva persino leccarla, gli chiese «Ora lo senti?», e lui rantolò «Sì», e lei rispose «Spero che ti piaccia, è un odore forte». Ma a Dario piaceva. Aveva il cazzo così duro che temetti di vederlo venire senza farsi una sega, come capitava da ragazzini davanti a certe scene inedite di insostenibile provocazione. Luciana fu dolce, come al solito, e gli carezzò la testa; ...