Luciana [3]
Data: 08/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Foreignpress, Fonte: EroticiRacconti
... era divertente da vedere: una quarantenne incinta a gambe aperte sul divano che accarezza la testa al ragazzo che, nudo pure lui, le sta annusando la fica. Scavalcai lui, mi fiondai su di lei e, in piedi sul divano, le porsi le palle. Lei ci passò la lingua, poi li ciucciò. Dopo un pompino dolce e una passata di alluce sulla fica che Dario ancora annusava, per farla bagnare, dissi una cosa che non dicevo mai, e cioè «Facciamo l’amore». Ci mettemmo alla missionaria sul divano e lentamente entrai dentro di lei. Poi spinsi, e spinsi con pacata regolarità per circa dieci minuti, baciandole la fronte e il seno (e facendo attenzione a non pesare sulla pancia). Volevo eccitare Dario con una prova di tenerezza, ma fu talmente eccitante anche per me che quasi venni senza passare a un’altra posizione: quando esaurimmo quella performance di dolcezza, vidi Luciana che lanciava uno sguardo al mio amico seduto a gambe incrociate sul tappeto, che si segava con gli occhi spalancati ed emettendo piccoli, incontrollati rantoli. Mi ingelosii. La misi a pecorina e la penetrai con forza, tenendole la pancia e carezzandole un seno alla volta, i capezzoli stretti tra le dita; quando sentii che ne aveva abbastanza la feci mettere in piedi sul pavimento, giù dal divano, e le ordinai di divaricare le gambe a mo’ di ponte sulla testa di Dario. Poi mi inginocchiai e le leccai il culo, a lungo, mentre lei, sopra lo sguardo del mio coinquilino, si tormentava la fica. Venne mormorando, e mi pregò di ...
... penetrarla ancora, stavolta stesi a terra. Andò avanti così per un po’, perlopiù a pecorina, finché io pretesi il mio solito lusso: che, girata di culo, mi facesse una sega coi piedi mentre leccava i miei. Dopo pochissimo (ormai era brava) le annunciai che stavo venendo, e si voltò di corsa per infilarsi il cazzo in fica: allora sborrai, copiosamente, e quando ebbi finito lei si alzò e disse a Dario, ancora col pisello duro «Avvicinati, guarda»: si sedette sul divano, divaricò le gambe e aspettò che i fiotti del mio sperma colassero fuori. Al primo rigurgito, non so se per l’accumulo, per la visuale o per l’odore, sempre più forte, della fica usurata di Luciana, eiaculò sul pavimento, digrignando i denti. «Siete matti», mi disse dopo un po’, pulendosi la cappella, mentre con l’altra mano cercava i soldi nel portafogli. «Tu sei fissato con i piedi, lei col culo: sembra che alla scopata preferiate leccarvi a vicenda le cose più strane». “Forse è vero”, pensai mentre accettavo il denaro e, romanticamente, mi dedicavo ad asciugare la vagina di Luciana, con uno scottex: “vogliamo sfidare la reciproca adorazione, e vedere dove si ferma”. In ogni caso, l’ingresso di casa puzzò di sperma e di fica finché noi partimmo, circa una settimana dopo, ma con quei soldi mi ci pagai il ritorno. Torniamo a noi. La mattina dopo della scopata sulla sdraio, mi svegliai prima di Luciana. Mi preparai un caffè, ne misi in caldo uno per lei e tornai in camera a guardarla: dormiva con le sole mutandine, ...