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Tutti per uno - 5
Data: 14/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad
... chiedendo.” Allora, D’Artagnan si tolse il giaccone e la camicia, restandogli davanti a petto nudo. Il Re fissò ammirato le spalle ampie, il petto, sul quale si stendeva una leggera spolverata di peluria che proseguiva sull’addome piatto e scompariva, infoltendosi, sotto la cintura delle braghe. Il desiderio cominciò a scorrere nel suo sangue, provocandogli un notevole rigonfio all’inguine, rigonfio di cui fortunatamente il giovane nella confusione del suo disagio non si accorse. Il Re si sentì la gola asciutta, lui che pur tante volte era rimasto abbagliato dalla bellezza di una guardia o di un valletto e gli aveva ordinato senza tanti problemi di spogliarsi. Cos’era che lo turbava adesso? La bellezza del giovane, certo, ma anche la sua timidezza, il suo pudore, la reverenza davanti al suo Re. “Vieni più vicino, - disse in un soffio – fatti guardare meglio.” E D’Artagnan abbassò gli occhi e fece un passo avanti. Qualcuno dirà: “Ma come? Con tutto quello che gli è successo durante il viaggio, con quello che ha combinato assieme ai suoi nuovi amici il giorno del suo arrivo a Parigi, adesso si mette a fare la verginella davanti al re?” Beh, è proprio questo il punto: un conto è guadagnarsi vitto e alloggio dando via il culo, un conto è divertirsi facendo quattro salti con i nuovi amici, e un altro è trovarsi davanti al Re e sentirsi dire: “Sei bello, spogliati, voglio guardarti”. Altro che abbassare gli occhi e fare un passo indietro: io sarei crollato a ...
... terra svenuto! “Non aver paura,- fece il Re – vieni.”, e D’Artagnan si avvicinò. Sempre seduto sul suo alto seggiolone, il Re gli sfiorò con la punta delle dita la peluria dell’addome e il giovane fremette; poi, fissandolo negli occhi, scese lentamente con la mano, fino a prendergli a coppa i genitali. “Slacciati le braghe.”, gli disse dopo. E quando il giovane se le slacciò, fu lo stesso Re a cavargli fuori il cazzo e le palle, guardandolo avidamente, con le narici che gli fremevano di libidine. Mentre con una mano gli carezzava lo scroto molle, con l’altra il Re gli menava lentamente l’uccello per farglielo rialzare e non era ancora del tutto turgido, quando si protese in avanti e con un sospiro famelico lo prese fra le labbra. D’Artagnan si sentì contrarre lo stomaco: il Re glielo stava succhiando! Era tale lo sconcerto, che non provò neanche piacere all’umido calore della bocca regale. Ma per fortuna il cazzo ragionava per conto suo e siccome una bocca vale l’altra, ben presto si trovò a ingozzare Sua Maestà con la sua gagliarda possanza. Il Re se lo tolse un momento di bocca e stette ad ammirarlo, apprezzandone la lunghezza e lo spessore, nonché il glande ad elmetto con la punta leggermente affusolata. “Ottimo per conoscere l’intimità di un uomo…”, mormorò, leccandone la bava viscosa, prima di riprenderlo in bocca, cercando di affondarselo fino in gola. D’Artagnan si era ormai arreso al piacere: re o non re, quella bocca e quella lingua ci ...