1. Un rumeno tira l’altro


    Data: 16/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano

    (Racconto n. 72)
    
    Ho 26 anni, sono laureato ed ho trovato subito un buon impiego. Sono abbastanza bravo nella mia professione però credo che abbia contribuito anche il mio aspetto da bravo ragazzo. Non sono molto alto ma ho un corpo asciutto e proporzionato. Ogni pomeriggio, dopo il lavoro, faccio una corsetta di un’ora nel parco vicino casa, così mi mantengo tonico senza dover andare in palestra. Da circa un anno vivo da solo nell’appartamento dove sono cresciuto con i miei nonni che ho completamente rimesso a nuovo per adeguarlo al mio gusto.
    
    Sono stato adottato quando avevo quasi due anni dai genitori materni perché lei era una ragazza madre e morì in un incidente. Non ho mai saputo chi era mio padre. Quando è morto mio nonno, la nonna ha preferito ritirarsi in un istituto e lasciarmi la casa e la libertà. Si tratta di un ottimo istituto ma, fortunatamente, se lo può permettere grazie anche alla pensione di reversibilità del marito.
    
    La mia vita sessuale… beh, è stata un po’ complicata. Ho avuto tante avventure, qualche fidanzata ma anche tanti maschietti che hanno saputo “prendermi” per il verso giusto.
    
    Insomma, non mi sono mai deciso su quale sponda stare, anche se devo ammettere che, a dispetto del proverbio, mi attirano più i peli di cazzo che quelli di figa.
    
    Due o tre volte a settimana vado a trovare la nonna per due chiacchiere e la cosa fa molto piacere anche a me. Una delle badanti che lavorano nell’istituto è rumena ed è diventata molto amica di ...
    ... lei. Spesso rimane un po’ a parlare con noi ed a volte ha con sé il figlio di dieci anni che ha in affidamento congiunto col marito, da cui è separata ma col quale ha mantenuto un buon rapporto, forse proprio per il bene del figlio.
    
    Un giorno mi sono trovato lì quando lui glielo ha portato, così me lo ha presentato. Si fa chiamare Giorgio, all’italiana. Sono rimasto a bocca aperta. Che bono! Ha 42 anni, alto più di un metro e 90, massiccio, peloso, con grossi baffi. Somigliava al “Galata morente” dei Musei Capitolini (il mio idolo). Figuratevi che da giovane è stato campione di lotta greco-romana. Sarò sembrato un ebete quando mi ha stritolato la mano nella sua e mi è parso di vedere una scintilla nei suoi occhi, come se mi avesse subito sgamato.
    
    Per sbarcare il lunario fa tutti i lavori e lavoretti che gli capitano: dal muratore al giardiniere, dal facchino al camionista. Un factotum, insomma. Non so come ci sono riuscito ma mi sono risvegliato dal sogno ed ho avuto la prontezza di proporgli di venire da me per sistemarmi il lavandino del terrazzo che si era ostruito, se pensava di poterlo fare. Ha subito accettato con un sorrisino piuttosto ambiguo come ambigue furono le parole che pronunciammo.
    
    “Ti darò quello che vorrai”, dissi.
    
    “Non ti preoccupare, ci metteremo d’accordo”.
    
    Così fu e dopo tre giorni venne a casa mia. Mi feci trovare in tuta da ginnastica, con la cerniera della giacca abbassata fin quasi all’ombelico per mettere in mostra il mio torace un po’ ...
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