1. Un rumeno tira l’altro


    Data: 16/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano

    ... peloso e certo più scarso del suo. Sotto non indossavo niente, nella speranza che sarebbe successo qualcosa. Quando entrò mi stritolò di nuovo la mano con lo stesso sorrisino da figlio di… Per il resto si comportò normalmente. Gli mostrai il problema al lavandino e si mise subito al lavoro, non prima di essersi tolto la giacca della tuta da lavoro rimanendo in salopette e nient’altro per sudare meno. Stavo per svenire. Quel torso michelangiolesco coperto di pelo che a volte si tendeva per lo sforzo era troppo per me.
    
    Gli chiesi se voleva un caffè e, alla sua risposta affermativa, fuggii in cucina a prepararlo. Dovetti appoggiarmi alla macchina del gas per riprendere fiato. Tornai da lui con le due tazzine in mano giusto in tempo per quando il lavoro era finito. Mi mostrò soddisfatto che tutto funzionava alla perfezione e, presa la tazzina, cominciò a sorseggiarlo guardandomi fisso. Ero imbarazzato. Non sapevo che dire, che fare. Finito di bere, poggiai la tazzina sul tavolo e subito dopo lo fece anche lui.
    
    “Beh, adesso vorrei essere ripagato del lavoro”.
    
    Io, confuso “Sei stato bravo ed in così poco tempo. Quanto vuoi?”
    
    “Direi piuttosto COSA voglio”. Mi strinse a sé e si abbassò a baciarmi con trasporto. Mi infilò la lingua in bocca e posò le mani sulle mie chiappe, quando una sarebbe bastata a contenerle tutte e due. Io non pensai proprio di resistergli anzi, mi abbandonai tra le sue forti braccia assumendo senza indugio il ruolo della vittima, volontaria ...
    ... naturalmente.
    
    Mi sollevò come una piuma e mi portò in camera da letto. Mi spogliò ed io mi feci spogliare (ci volle poco). “Eri già pronta! Che zoccola!” fu il suo commento. Lo spogliai e lui si fece spogliare (anche con lui ci volle poco). Sotto aveva solo le mutande e quando, seduto sul bordo del letto, gliele calai, ne schizzò fuori una mazza mostruosa proporzionata al suo fisico. Rimasi inebetito a guardarla. Lì per lì (pensate che stupido) provai invidia e rabbia verso la moglie che se lo era goduto per anni e si era permessa pure di lasciarlo, ma poi mi resi conto che in quel momento sarebbe stato mio. O meglio io sarei stato suo. Un brivido mi salì dal buco del culo che forse si impaurì per quello che avrebbe subito.
    
    “Che c’è? Non ti piace? Non è abbastanza grosso per te?”, disse sarcasticamente. “Apri la bocca e succhia. Fammi vedere quanto sei puttana”.
    
    Tirai fuori la lingua e cominciai a leccarlo come un cono. A prenderlo in bocca ci dovetti provare più volte, tanto era grossa la cappella, ma alla fine ci riuscii smascellandomi. Mi mise una mano in testa e me la spinse dandomi il ritmo e facendomene entrare sempre un po’ di più ma lasciandomi subito dopo perché potessi riprendere fiato e rificcarmelo in bocca da solo. Quando mi arrivò alle tonsille rischiai di morire strozzato e dire che ce n’era ancora molto rimasto fuori. Emettevo una gran quantità di saliva e, con la scusa di recuperare quella che gli scendeva lungo l’asta, scesi anch’io per andare a leccargli i ...