1. Eva e Pat: sorelle di sangue (parte 2-finale)


    Data: 23/08/2017, Categorie: Etero Autore: Seinove, Fonte: EroticiRacconti

    ... brivido gelato mi percorre la spina dorsale. - «EVA! ANDIAMO VIA DI QUI...SUBITO!» Lei non capisce subito, mi guarda confusa. Io scatto andando a chiudere a chiave il portello della cabina. Appena in tempo. La maniglia ruota. Segue un colpo terribile sulla porta, che quasi viene scardinata. Apro il lucernario. Il passaggio è piccolo, ma deve bastare. Spingo Eva per le natiche, e in qualche modo riesce a sgattaiolare fuori. Ora è il mio turno. Ma senza una spinta dall'interno, infilarmi nel passaggio è un'impresa ardua. Eva cerca allora di aiutarmi dall'esterno tirandomi per le braccia. Sono fuori a metà col busto, quando sento la porta saltare come se fosse stata sfondata da un ariete. - «IN ACQUA, EVA...BUTTATI IN ACQUA!», le grido...e subito dopo mi sento afferrare le caviglie da due morse d'acciaio. L'istante dopo attraverso volando tutta la cabina, fino a schiantarmi sulla parete dalla parte opposta. Ci metto un attimo a riprendermi dall'urto. Sollevo lo sguardo sulla figura allucinante che mi si avvicina. Yukov barcolla. I proiettili che ha conficcati nelle gambe lo fanno zoppicare, ma non lo fermano. Come non lo ferma il veleno che gli fa schiumare la bocca. Il cavallo dei suoi pantaloni è una chiazza rossa. Lascia dietro di sé una scia di denso liquido scarlatto. Deve aver perso almeno un barile di sangue; come può essere ancora vivo? Con un gesto surreale estrae il suo taccuino: - «Missione incompiuta, puttana!», legge, e poi lo getta via di lato. Nei suoi occhi, una ...
    ... ferma determinazione di uccidere. Non posso affrontarlo. Devo uscire di qui...ma passare dal lucernario richiederebbe troppo tempo; l'unica via è attraverso la porta sfondata. Ma la stazza del mostro mi sbarra la strada. Lentamente mi chiude lo spazio di movimento. Gli tiro addosso tutto quello che mi capita sottomano. Inutile; non fa una piega. Mi afferra per il collo e mi solleva da terra con una sola mano. È allora che mi compare sott'occhi un flacone di disincrostante per carene appoggiato su uno scaffale. Glielo butto in faccia. Yukov ringhia imprecando in russo. Devo averlo accecato. Molla la presa e subito mi fiondo oltre la porta, salendo le scale fino alla tolda. Sono salva, devo solo tuffarmi anch'io in... DIO, NO! Di nuovo sento la sua mano afferrarmi una caviglia. Scalcio per liberarmi, ma è tutto inutile. Vedo che l'acido gli ha corroso mezza faccia, ma ha ancora un occhio sano. Mi solleva sopra la sua testa con entrambe le mani. Ho appena il tempo di udire l'ennesimo "Puttana", poi la mia schiena va a testare la resistenza delle assi del ponte. È un impatto tremendo. Resto a terra stordita, mentre il mostro mi solleva di nuovo. Un altro colpo così, e sono morta. No. Ha in mente qualcos'altro. Mi trascina verso la ringhiera e mi ci sbatte contro. Mi ritrovo col busto a sbalzo oltre il parapetto, mentre le sue mani si chiudono attorno al mio collo. Sento le vertebre scricchiolare sotto quella morsa d'acciaio, e non mi faccio illusioni. Stavolta sono al capolinea. ...