1. Eva e Pat: sorelle di sangue (parte 2-finale)


    Data: 23/08/2017, Categorie: Etero Autore: Seinove, Fonte: EroticiRacconti

    ... - «Puttana!», sussurra, e per la prima volta lo vedo sorridere. No, non è un sorriso. È un sogghigno sadico, inumano, spaventoso. Una fessura spalancata sull'inferno. Dicono che quando si muore la nostra vita ci scorre davanti agli occhi come un film. Ma io non vedo Eva o Giulia o le persone che ho amato. Vedo solo quel volto bestiale, quel ghigno ignobile, quello sguardo freddo da assassino. Non voglio morire con questa visione negli occhi. È troppo orrendo, così. Improvvisamente qualcosa cambia nell'immagine. Vedo Eva comparire alle spalle del mostro. Non si era buttata in mare, dunque. Corre verso di noi impugnando il manico di uno spazzolone. - «YYYAAAAAHHH!!!» Colpisce Yukov di punta sulla nuca, con tutta la sua forza. Il gigante non se l'aspettava. Era già in equilibrio precario, così finiamo entrambi fuori bordo. L'impatto con l'acqua mi scuote. Riaffioro e boccheggio disperatamente. Non vedo Yukov intorno a me; che sia affondato?... Alzo lo sguardo e rimango incredula: il mostro è lì che dondola a mezz'aria sulla fiancata della barca. Ma come...? Metto a fuoco, e finalmente capisco: è rimasto infilzato su un uncino dell'ancora! Eppure si muove ancora. Sta facendo leva sull'ancora per sfilarsi l'uncino dal fianco. - «EVA...-cough!-...I FERMI...TOGLI I FERMI DEL...-koff!-...», grido tossendo. Mi manca il respiro e non riesco ad aggiungere altro...ma grazie al cielo Eva ha capito lo stesso: corre verso il verricello dell'ancora e sgancia i fermi della catena. L'istante ...
    ... dopo l'enorme sagoma di Yukov precipita verso il basso. Ha appena il tempo di gridare «PUTTAN...» prima di scomparire sott'acqua in un gorgoglio di bollicine. La catena arriva a fine corsa con uno strattone. Eva sgancia i morsetti che la fissano al verricello, così che anche l'altro capo di catena finisce in mare. Subito dopo mi lancia un salvagente attaccato ad una fune. Mi ci infilo dentro, ma non riesco a fare altro. Sono stremata, così ad Eva tocca sollevarmi a bordo di peso. Conciata com'è, uno sforzo del genere è una tortura, ma alla fine riesce ad issarmi sul ponte. Tremo come una foglia, nonostante il caldo afoso. Eva mi abbraccia. Ci abbandoniamo ad un pianto liberatorio. - «T-ti avevo detto di buttarti in mare, stupida...», singhiozzo. - «Non ho potuto...Non potevo lasciarti qui da sola con lui...Sarei morta comunque, senza di te...» (Se Eva voleva sapere come si sarebbe comportata nel trovarsi di nuovo di fronte ad un pericolo mortale, l'ha scoperto prima di quanto credesse.) Poi ci sporgiamo dalla ringhiera a fissare col cuore in gola i gorghi che si diradano sempre più. Ci aspettiamo che come in uno di quei filmacci horror il mostro ricompaia all'improvviso, contro ogni logica. Ma il mostro non riaffiora. Stavolta è davvero finita. ************************************ (capitolo 14:) RISVEGLIO DALL'INCUBO ************************************ L'alba del giorno dopo è qualcosa di sublime, spettacolare, radioso. Che bello essere vivi per vederla. Facciamo il punto ...