1. Eva e Pat: sorelle di sangue (parte 2-finale)


    Data: 23/08/2017, Categorie: Etero Autore: Seinove, Fonte: EroticiRacconti

    ... più atroce. Alla fine anche Yukov si accartoccia su se stesso e rimane immobile. È finita! Mi precipito sul retro e salgo. Eva ha lo sguardo fisso, sembra sotto shock. Non si accorge nemmeno della mia presenza. Deve aver passato le pene dell'inferno, poveretta. Inizio a slegarla....quando all'improvviso una botta tremenda alle costole mi manda a sbattere contro il tavolo. Yukov. È ancora vivo! Ma come è possibile? Dovrebbe avere in corpo tanto di quel veleno da uccidere dieci uomini! Questo è peggio di Rasputin... - «Put...ta...na!», mormora schiumando sangue e saliva. Il cianuro lo sta divorando, ma l'adrenalina ne contrasta l'effetto. Allunga una mano verso un machete appoggiato sul tavolo. Lo anticipo spaccandogli la bottiglia di vodka sulla testa. Per un attimo sembra aver accusato il colpo...ma è un'illusione: l'istante dopo un pugno sul mento mi investe con la potenza di un treno merci. Finisco sopra il corpo dell'altro russo morto. Sulla parete di fronte a me vedo l'ombra di Yukov col machete sollevato. Ci siamo. Fra un secondo la mia testa rotolerà sul pavimento del camion. Un secondo. Un secondo che sembra interminabile per l'intensità di pensieri che mi passano per la mente. Un secondo durante il quale non ho il coraggio di voltarmi; vedere la lama che scende su di me sarebbe una visione troppo orribile da portarsi nella tomba. Un secondo in cui avverto sotto la mia mano destra qualcosa di metallico. Il manico dell'UZI del russo morto. D'istinto lo afferro e sparo ...
    ... dietro di me, alla cieca, senza mirare. È una raffica breve, solo pochi colpi prima di sentire il "CLIK". Maledico il cadavere sotto di me; questo stronzo non aveva neppure il caricatore pieno. Sono morta. Eppure il colpo fatale non arriva. E l'ombra sulla parete sembra essersi pietrificata in quella posizione, col machete sollevato sopra la testa. Trovo il coraggio di voltarmi. Yukov è paralizzato in una smorfia di dolore. La raffica che ho sparato alla cieca lo ha colpito alle cosce. - «Ja tebja ubyu...Putt...», dice, cercando di infilzarmi mentre cade in avanti. Mi scosto di lato. Il machete mi sfiora il torace e si conficca sul fondo del camion. Yukov rimane lì aggrappato al manico, sembra non avere più la forza di risollevarsi. È mio. Ormai il bastardo è mio! Mi rialzo di scatto e prendo una bella rincorsa. - «METTICI QUESTO SUL TUO TACCUINO, BESTIA!», grido sferrandogli un calcione in piena faccia che lo manda seduto con la schiena appoggiata ad una parete. Non reagisce. Stavolta sembra davvero KO. Ne approfitto per finire di slegare Eva. Trema come una foglia e farfuglia parole in olandese. È ancora sotto shock. - «Nee...Genoeg...Neem...Dood mij...» Le afferro la testa e la costringo a guardarmi. - «Eva...EVA, guardami! Sono Pat, capisci? SONO PAT!» Sembra ritrovare un barlume di lucidità. - «P-Pat?...» - «È finita, piccola, ti porto via di qui...» - «Pat...Oh, Pat...M-Mi hanno...Mi hanno...» - «Lo so, lo so...Non ci pensare, è tutto passato...» La rimetto in piedi. Si ...
«12...678...12»