1. A me piacciono i ragazzi


    Data: 30/12/2019, Categorie: Lesbo Autore: Helel, Fonte: EroticiRacconti

    Quando Alessandra si presentò a me, si presentò come Alex. Le piace farsi chiamare Alex, la fa sentire più internazionale immagino. Io ed Alex frequentiamo la stessa facoltà, la vedo quasi tutti i giorni. La conosco solo da un paio di settimane, ma l’ho notata da subito. E’ impossibile non notarla. E’ leggermente più bassa di me, capelli mossi, di un ramato scuro. Il suo corpo sembra morbidissimo: i fianchi pronunciati, le cosce piene, e quel seno. Quel seno così grande, che sfoggia ad ogni occasione. Veste sempre scollata e attillata, sempre in modo da dare nell’occhio. Oggi Alex indossa una gonna scozzese, e sopra una maglia nera, semplice e ovviamente scollatissima. E’ piena di lentiggini sul viso, lentiggini che scendono fino alle spalle che la maglia lascia intravedere, e arrivano fino al seno. Guardo me, il mio seno non abbastanza grande, il fisico asciutto, i capelli biondi così scialbi rispetto ai suoi. E mi ritrovo a fissarle nuovamente il seno, che sembra sodo e morbido allo stesso tempo. La docente spiega, ma non la seguo. Alex mi siede accanto, e io continuo a fissarle il seno, non riesco a farne a meno. Non mi piacciono le ragazze. Ho avuto sempre e solo uomini, con le ragazze non è mai successo niente. Ma quel seno è impossibile da non notare, da non fissare. Tutti i ragazzi guardano sempre Alex quando entra in aula, la guardano con malizia, ma per me è diverso, io sono una ragazza e mi piacciono i ragazzi. Me lo ripeto mentre la guardo, e lo faccio per ...
    ... troppo tempo, perché lei sembra notarlo. Alza lo sguardo e mi guarda, con quei grandi occhi nocciola. Mi guarda stupita, e io subito le sorrido timidamente e le dico piano: “Che palle questa lezione eh?”, e inizio a fissare il quaderno scarno di appunti. Lei mi guarda, in silenzio, e borbotta “Eh già”. Passano infiniti minuti, durante i quali fisso il quaderno, imbarazzata. Finalmente la docente annuncia un quarto d’ora di pausa, la classe si dilegua tra le macchinette del caffè e la terrazza per fumare una sigaretta. Alex si alza, lentamente, e si siede sul banco rivolta a me. Io rimango seduta, siamo nell’ultima fila, un paio di colleghi si avvicinano a parlare di un film, e ci coinvolgono nella conversazione. Alex scambia alcune battute di circostanza, mentre io annuisco e scrollo la bacheca di facebook. Ma poi alzo lo sguardo verso Alex, che è lì, che con il viso si rivolge ai nostri colleghi, ma con la mano si accarezza la gonna, in prossimità della sua vagina. Trasalisco, e continuo a guardarla. Mi mordo un labbro, confusa: ma cosa sta facendo? Nessuno sembra notarlo, probabilmente in prospettiva gli altri non vedono niente. Con la mano è poggiata lì, e con l’indice e il medio sembra disegnare dei piccoli cerchi proprio LI’. Come prima, non riesco a non guardarla. Dev’essere solo una mia impressione, non è possibile che si stia veramente sfiorando IN QUEL SENSO. Stringo forte le gambe, non so nemmeno perché, e penso al fatto che a me piacciono i ragazzi, ed è chiaro che ai ...
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