Mal d'Africa ( Alla maniera di Tibet ) Pt.3
Data: 10/11/2017,
Categorie:
pulp,
Autore: Hermann Morr, Fonte: EroticiRacconti
“ Alzati. Facciamo un giro. “ Dal Memorial, con la sua caffetteria, il sentiero saliva a oriente attraverso un boschetto degli immancabili alberi d’argento, che si chiusero dietro di noi come un sipario. “ Non pensavo di salire proprio, non ho il cappello e il sole batte. “ “ Ti do il mio.. “ Gianna era scalza, costume, copricostume e basta, come se davvero fossimo in spiaggia. Si saliva per questo sterrato ripido, in mezzo a un’iradiddio di sterpi e sassi, pensavo di essere audace io coi sandali, e invece lei camminava leggera come sulla sabbia. “ E’ da femmina ! “ “ Tu non ti preoccupare. “ Almeno i piedi non erano da gallina, lunghi, rettangolari, comunque di belle proporzioni. “ E poi non ho nemmeno l’acqua e la giacca a vento ! “ “ Tu non ti preoccupare. “ C’era nell’aria una luce particolare che rendeva più intensi i colori. I cespugli di Protea esibivano tutte le varietà dei loro fiori, rossi, bianchi, gialli, sembravano piante di un altro pianeta. Anzi, se non fosse stato per il panorama della città, tutto sarebbe sembrato un altro pianeta. Si sentiva solo il canto degli uccelli, non c’era nessuno, eppure ogni santo giorno i turisti salivano e scendevano, in comitive per non essere rapiti, e poi i maniaci del ciclocross, motocross, i negri che pregano non si sa cosa ai margini dei cammini. Dove era finita tutta quella gente ? “ Dovrebbe essere pieno di comitive qua attorno. Perché non si vede nessuno ? “ “ Tu non ti preoccupare. Dicevamo di Timur lo zoppo, quando ...
... c’era lui, le carovane sulla via della seta arrivavano sempre in orario. Una donna vestita come me, cioè svestita, ma anche con dei monili d’oro, avrebbe potuto attraversare il regno senza scorta e nessuno avrebbe alzato un dito. Perchè Timur per qualunque crimine conosceva una sola punizione, aveva l'occhio per riconoscere i briganti e i predoni come lui stesso, e li faceva decapitare, oppure li arruolava nel suo esercito. Si dice che abbia fatto morire un terzo della popolazione asiatica, ma quelli rimasti vivi se la passavano bene, i poveri erano pochi, le occasioni tante, e le città traboccavano di pietre preziose. " Tutto il contrario della città sotto di noi, pensavo. Appariva splendida, con i suoi edifici moderni sotto quel cielo terso, ma chi la conosce ha visto la povertà, la mancanza di ogni elementare giustizia, e sa che le compagnie minerarie su quell'ingiustizia ci lucrano ancora più che sulla vendita dei diamanti. " .. Mi avevano detto che a Tashkent, nel Bazar del Crocevia, si potevano trovare vestiti meravigliosi, seta cinese tutta intessuta di quelle pietre, e così un giorno di mercato sono andata a vedere. Tashkent sta tra due fiumi, e al suo centro si incrociano le vie carovaniere. Li si ha il Bazar, coperto da una gran cupola di smalti azzurri e turchesi, con i serragli dei viaggiatori attorno, e quando fa bello, i venditori che non trovano posto dentro, montano le loro tende all'aperto e tutto diventa una confusione di voci e colori. Sotto la cupola, al ...