1. L' ottico di fiducia (parte prima)


    Data: 10/11/2017, Categorie: Etero Autore: sormejo, Fonte: Annunci69

    Mi chiamo Barbara e abito a Roma da otto anni: praticamente ho compiuto qui tutto il mio percorso universitario, quasi al termine, ormai.
    
    Per me, calabrese di montagna, che arrivai nella capitale da ventiduenne, matricola (un po’ in ritardo, dopo altre esperienze lavorative) di medicina, Roma rappresentò la “liberazione”…
    
    Quella piccola casa, acquistata come investimento dai miei, tutta per me, era un sogno di indipendenza, fuori dalle grinfie di quei grandissimi rompiscatole di mio padre e dei miei fratelli, e di mamma, che mi teneva a catena corta, ansiosa e preoccupata di quello che potevano pensare parenti e vicini, più che della mia virtù personale…
    
    Iniziai alla grande, frequentando i corsi, prendendo appunti, studiando come una matta per prendere i voti più alti possibile, ma anche concedendomi qualche svago serale: palestra, musica, pub e qualche ragazzo, senza assolutamente desiderio di impegnarmi in storie serie, che mi avrebbero fatto perdere tempo nel mio percorso universitario già iniziato in ritardo, ma soltanto per fare qualche “sana scopata”, per rilassarmi e godere quando ne avevo voglia…
    
    Ed avevo voglia spesso; sono una gran porca, a dir la verità.
    
    Il sesso mi è sempre piaciuto e non ho mai avuto problemi a scoparmi anche “non belli” se mi ispiravano e li sentivo porcelli come volevo io.
    
    Non era raro quindi che mi portassi ragazzi a casa, prendendo e dando piacere senza impegno, senza coinvolgimenti mentali e quindi senza distrarmi dallo ...
    ... studio, che era comunque il motivo primario della mia permanenza a Roma.
    
    Avevo cominciato a “vivere” il quartiere dove abitavo e quindi ad utilizzare i negozi di zona, quindi, quando, a causa dello studio prolungato, cominciai ad avere i primi disturbi di vista, mi sembrò logico rivolgermi all’ottico sotto casa per un consiglio.
    
    Massimo, un quasi cinquantenne simpatico ma anche molto professionale, mi fece un esame della vista e mi prescrisse un paio di occhiali che mi risolsero tutti i problemi di vista.
    
    Gli occhiali mi erano utili, ma con i consigli di Massimo, che mi aiutò a scegliere con i suoi consigli maschili, mi stavano anche molto bene, dandomi un aria da studiosa ma, allo stesso tempo, rendendomi molto sexy, specialmente se io, da stronzetta qual’ero, li utilizzavo togliendoli e mettendoli in un certo modo, guardando al di sopra delle lenti e mettendo un astina tra le labbra quando volevo ottenere qualcosa da un uomo, professore o collega che fosse.
    
    Mi era molto simpatico ,Massimo.
    
    Diventò il mio ottico di fiducia, ma anche un po’ un amico.
    
    Spesso andavo a trovarlo solo per fare due chiacchere e con lui c’era un rapporto piacevole scherzavamo e mi faceva molti complimenti.
    
    Mi chiamava la sua ricciolona preferita e mi diceva che somigliavo ad una cantante degli anni passati, una siciliana che si chiamava Marcella Bella.
    
    Io non la conoscevo, ma andai su internet a vedere chi fosse e devo dire che trovai molti punti in comune: entrambe more, ricce, ...
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