Cenerentola e il Falco
Data: 08/01/2020,
Categorie:
Anale
Prime Esperienze
Comici
Autore: giessestory, Fonte: xHamster
... fare il bidet?Forse era solo la mano santa della provvidenza.Dopo aver gozzovigliato nelle mie interiora il Falco disse:- Sei buona. Adesso alza il piede! –- Quale? - gli chiesi, remissiva.- Non fare la furba con me, uno qualunque, basta che puzza! –Non potevo sapere quale puzzava dei miei piedi, sperando fosse una caratteristica comune alle due estremità, alzai il sinistro e, per mantenere l’equilibrio, poggiai le mani sulla tazza di ceramica.Mentre gli porgevo il mio piedino da principessa cercai di avvertirlo:- Ma, ho le calze... –- Meglio, puzza di più, non ci pensare e sta zitta, bambola. –Il maschione, già col muso imbrattato dai lavorii precedenti, si lasciò andare, enfatico sotto i miei piedi. Odorava e leccava le calze sporchissime; ero senza scarpe, in un cesso pubblico, per oltre dieci minuti...Ma poco dopo l’idillio terminò: il Falco reclamava la colomba e io, ero pronta a cedere: soprattutto perché volevo recuperare le scarpe.Quando si alzò in piedi, pago, ne approfittati per rialzarmi e guardarlo in faccia.Non era uno spettacolo edificante, comunque... promisi a me stessa che, se avesse provato a baciarmi in bocca, dopo tutte le schifezze che aveva combinato, lo avrei steso con un calcio nelle palle.Ma non lo fece: lento, studiato, inesorabile, la sua mano iniziò a fare quel gesto che noi ragazze temiamo e amiamo, contemporaneamente: slacciò la cintura e si abbassò i pantaloni, fino alle ginocchia.Che spettacolo.Il Falco non terminava mai di stupirmi: aveva ...
... delle mutande mai viste se non nel cartoon di Spoonge Bob.Slipponi bianchi, anni trenta, con la cucitura al centro e uno spacco laterale a V capovolta: forse serviva a passarci il pisello, come una cannola.Il Falco allora, per rompere il ghiaccio, si stava avvicinando per baciarmi ma io gli gridai:- Fermati, Falco... ho l’herpes sulla lingua! –Arretrò inorridito:- Hai l’herpes anche al culo? – chiese con un certo stile e io, irresponsabilmente dissi di no ma poi me ne dovetti pentire.Il Falco, allupato come una iena, prendendosi un po’ di tempo fece passare il suo uccello attraverso lo sfiatatoio del mutandone.- Non hai le palle? – dissi scioccamente, lui la prese come un offesa e riprese ad armeggiare: soffriva ma non demordeva.Alla fine riuscì a far passare anche i due coglioni attraverso la stretta asola.Tutto l’apparato genitale, onestamente, era ben poco “ingombrante”.- Ora te lo metto in culo! – disse, ad effetto, quel maschio imprevedibile.Valutai il suo cazzo; mi resi conto che, adesso che era barzotto, aveva uno spessore simile a quello di certi wurstel di pollo che avevo provato a infilarmi nel sedere, giusto per vedere che cosa si provava.Insomma, decisi tra me e me: non temevo il Falco né la penetrazione del suo uccelletto, l’importante era sbrigarsi e recuperare le scarpette. Quindi mi voltai senza fare storie.Il Falco era impreparata a tanta sottomissione.7Più tempo passavo col Falco e più mi ispirava un sentimento di pena. Stupendo... non avevo mai sentito una cosa ...